Milano 16 Luglio – Boldi che si autocandida a Sindaco di Milano è la notizia della disperazione, dell’ironia, della destrutturazione della politica. Ma è anche una dichiarazione d’amore per una città allo sbando, senza spina dorsale, senza strategie, che vive alla giornata, vada come vada. E in questa Milano cabaret, con attori arraffoni, improvvisati, che recitano senza un canovaccio, che fanno ridere i polli (le dimissioni della De Cesaris hanno fatto ridere anche i cani) beh…dicevo in questa Milano cabaret con questa giunta Pisapia, al confronto la comicità e la creatività al Derby dei bei tempi erano molto più divertenti e sprizzavano intelligenza e sarcasmo, con una visione della realtà obiettiva e beffarda, quando lo sberleffo rappresentava analisi e anche umana comprensione per i più deboli e indifesi.
Massimo Boldi si candida e da un comico si presume sia una boutade, un grido di attenzione, per allentare un clima da tregenda che incombe su Milano, per sollecitare a modo suo “Bestia…fate qualcosa”. Perché Milano non sorride più, non ama più. Pisapia è riuscito anche nell’intento di mettere poveri contro poveri, ha creato steccati, ha abbandonato a se stessi i milanesi indigenti privilegiando Rom ed extracomunitari, ha inforcato la sua personalissima bandiera ideologica per costruire monumenti ciclabili inutili e dannosi, ha dimenticato il cuore culturale della città, ha abbandonato da mesi il governo (?) Milano con la promessa di non ricandidarsi che appare soprattutto una resa e una constatazione della sua incapacità.
“Ciao Cipollino” Nella fantapolitica che attraversa la ricerca spasmodica di un candidato, ci può stare anche la tua candidatura per stemperare il clima, per dire che l’impegno può e deve essere di tutti, per evidenziare che ci vuole coraggio e non egoismo, per segnalare che Milano va ricostruita da zero, dopo Pisapia. Magari con un sorriso di speranza.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano