Milano 16 Luglio – Una cosa è certa l’Italia per salvare Atena ha già pagato. Dunque, almeno per ora, il debito pubblico monstre che continua a crescere, ieri la Bankitalia lo ha certificato a maggio a quota 2.218 miliardi, non sarà incrementato dai nuovi «assegni» per la Grecia.
Smentendo le interpretazioni giornalistiche che segnalavano un possibile aggravio di spesa a fronte del salvataggio ellenico, il ministero dell’Economia e delle Finanze ha puntualizzato che «l’Italia non dovrà contribuire con nuovi fondi per la Grecia nel caso venga attivato un nuovo programma di salvataggio con il fondo salva-Stati Esm. L’eventuale finanziamento della Grecia da parte del fondo Esm non comporta alcun esborso da parte dei singoli Stati membri» ha spiegato il portavoce del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
«La quota di capitale Esm di competenza dell’Italia è già stata completamente versata nel 2014 e contabilizzata nel debito ha sottolineato il portavoce.
Un sospiro di sollievo solo a metà per i contribuenti italiani. Sì perché il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato a maggio scorso di 23,4 miliardi arrivando appunto a 2.218,2 miliardi di euro. L’indicazione arriva dal Supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia. «L’incremento del debito è stato superiore al fabbisogno del mese (4,3 miliardi) principalmente per l’aumento di 17,8 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (a fine maggio pari a 100,9 miliardi; 92,3 a maggio del 2014); complessivamente – ha spiegato Bankitalia – la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione, il deprezzamento dell’euro e l’emissione di titoli sopra la pari hanno accresciuto il debito per 1,3 miliardi.
Con riferimento ai sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 22,9 miliardi, quello delle Amministrazioni locali di 0,5 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato». Fil. Cal. (Il Tempo)
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