Milano 19 Luglio – Il Pavilion Unicredit in Porta Nuova corre al rush finale. Duecento operai e trenta maestranze si turnano ventiquattr’ore su ventiquattro, sette giorni su sette. Musica di sottofondo, luce del sole che irradia gli ambienti attraverso le pareti di vetro e legno. Lavoro infaticabile, energico, efficientissimo. Dentro il seme, tra i grattacieli, l’operoso formicaio si prepara. Lunedì la presentazione, con schieramento delle istituzioni e della stampa al mattino, e grande festa da 500 persone alla sera. Come per magia quello che undici mesi fa non era niente ed ancora oggi è cantiere, tra meno di 48 ore sarà pronto. Perfetto. Il Pavilion. Un nido, un seme, un sasso, una palla da rugby, il sellino di una bicicletta. Da fuori, ognuno ci vede ciò che vuole. Ma il vanto urbano su cui la banca ha investito venti milioni di euro è spettacolare soprattutto agli occhi di chi ci entra, e lo scopre.
Lo spazio polivalente e auditorium, 1.400 metri quadrati su tre piani progettati dallo studio dell’architetto Michele De Lucchi, ospiterà di tutto: mostre, dibattiti, passerelle di moda, assemblee, eventi, incontri anche internazionali, concerti.
Al piano terra, per ora, tiene banco l’istallazione commestibile di un’artista parigina, Dorothée Selz: «Nutriamo la fantasia». Enormi spirali di polistirolo che oggi alcuni studenti dell’Accademia di Brera ricopriranno con 500 chili di zucchero colorato, e lunedì saranno infilzate con diecimila spiedini preparati da chef stellati coordinati da Carlo Cracco. Per il gusto e la gioia di chi sarà lì e – beato- si darà all’assaggio.
Primo invito aperto alla città, quello da segnare in agenda: 28 luglio alle 21.30. L’Orchestra Filarmonica Italiana suonerà dal vivo, presentata dall’attore Giancarlo Giannini. E le ali tecnologiche del Pavilion si apriranno in tutta la loro ampiezza (dodici metri), potenti, per proiettare scene da film famosi sui maxischermi rivolti verso piazza Gae Aulenti e verso quello che oggi è un campo di grano, ma domani sarà un parco pubblico. Attese per la serata mille persone. «Settecento, quelli che arriveranno prima, nella struttura, agli altri regaleremo dei puff per godersi lo spettacolo da fuori», si entusiasma la responsabile Unicredit per il progetto, Serena Massimi. A seguire: dal 31 luglio per un mese l’esposizione di settanta opere del patrimonio di Unicredit, messe a disposizione di tutti. Da settembre, il nido ecologico che ospiterà fino a 60 bambini. E sarà il via ad una nuova storia della città.
«Nel primo progetto doveva essere una struttura in acciaio ma alla fine è stata realizzata in legno. Volevamo valorizzare la continuità col verde. Il Pavilion è ideale anello di congiunzione tra il grigio della piazza e il futuro parco», riflette Guido Ottelli, responsabile del cantiere. L’area alle spalle della struttura verso via Melchiorre Gioia, di proprietà del Comune, è attualmente occupata dal campo di grano dell’artista Agnes Denes. Ma il parco definitivo, nei piani, dovrebbe venire pronto entro l’anno prossimo, dopo la gara internazionale per l’aggiudicazione. «È stato un lavoro tecnicamente incredibile – è orgoglioso Giuseppe De Marco, che per Unicredit ha seguito fin dall’inizio i lavori – Sotto ci sono i parcheggi e la linea della metropolitana 5, la “lilla”. Sono state isolate le fondamenta, da tutti i punti di vista». Anche a livello acustico: da fuori non si sentirà nulla, salvo che sia voluto. E anche tra gli ambienti interni della struttura ci sarà perfetta divisione sonora, con possibilità di gestire vari eventi in contemporanea. Dal giorno dell’inaugurazione, porte aperte: l’opera è per la città, e la città comincerà a goderne.
Elisabetta Andreis (Corriere)
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