Milano 24 Luglio – Madamina il catalogo è questo. Alla cerimonia del Ventaglio, la presidenta della Camera Laura Boldrini detta superBoldry squaderna le sue priorità. Quali sono gli interventi più urgenti per gli italiani, dal suo autorevole punto di vista? Presto detto: prima di tutto la legge per la cittadinanza agli immigrati. Poi la legge sull’eutanasia. E quindi la legge sulle unioni gay. Quando si dice avere il polso del Paese, eh? In effetti: non si sente parlare d’altro. Davanti ai municipi ci sono cortei di italiani che chiedono la cittadinanza per gli immigrati, raccolte di firme in ogni Comune per concedere il diritto di voto ai profughi. Per non dire di eutanasia e nozze gay: non fai tempo a entrare in un bar che te ne accorgi. La gente di che parla? Di tasse? Della crisi? Di quant’è duro pagare le bollette a fine mese? Del lavoro che non si trova? Macché: tutti lì a chiedersi quando potranno staccare la spina. O quando Luxuria potrà sposarsi con un trans. È la priorità.
E non continuate a dire che il Palazzo non è vicino ai problemi della gente. Macché: il Palazzo è vicino, Montecitorio è vicinissimo. Lo si vede proprio dalla Boldrini’s List. È noto infatti che in ogni famiglia, alla sera, ci si interroga con angoscia: la danno o no la cittadinanza agli stranieri? E il via libera alle nozze gay? Ci sono schiere di disoccupati pronti a scendere in piazza: per chiedere un impiego? No, per la legge sull’eutanasia. Ci sono eserciti di pensionati che minacciano la rivolta: per chiedere un aumento della minima? Macché: per cedere la loro casa agli immigrati. Che cosa stiamo aspettando? Meno male che c’è superBoldry che ci pensa. Che i consigli del suo personal-guru Gad Lerner stiano cominciando a funzionare?
In effetti è rassicurante l’idea di Paese che salta fuori dal catalogo boldriniano: bisogna sposarsi fra persone che non possono fare figli, morire in fretta e nel frattempo dare cittadinanza agli stranieri. Più che un programma per l’Italia, sembra un programma per l’estinzione dell’Italia. Uno lo sente e dice: «È un suicidio assistito». E lei, infatti, ha già pronta la legge. Tutto organizzato, idiozia compresa. «Lo sguardo lontano», s’intitola profeticamente, il libro appena pubblicato dalla presidenta. Ma forse, avanti di questo passo, lo sguardo lontano non vedrà più una beata mazza. E anche lo sguardo vicino avrà qualche problema, come qualche settimana fa quando Lauretta nostra andò in vacanza su un’isoletta greca, mettendo in mostra auto blu e un «invidiabile bikini». E scordandosi, però, che la Grecia stava facendo default…
Non che superBoldry non pensi ai temi economici, eh? Anche lì, per dire, una priorità per l’Italia lei ce l’ha chiara: abbassare le tasse? No, quello può aspettare. Rilanciare l’economia? No, quello non si dice. Ridurre la disoccupazione? Macché. Aiutare le imprese a essere competitive? Nemmeno. Aumentare le esportazioni? Non ci si pensa. Eliminare i balzelli più stupidi degli enti locali? Neppure. C’è solo una cosa che sta davvero a cuore alla capa di tutti i nostri deputati: il reddito minimo di cittadinanza, cioè dare uno stipendio a chi non lavora. E chi lo foraggia? Quei fessi che si ostinano ancora, nonostante tutto, a produrre ricchezza e a pagare le tasse. Zitti, muti e rassegnati, altrimenti la Boldrini modifica il catalogo e ci mette: doppio reddito di cittadinanza per gli stranieri e doppia Tasi per gli italiani. Così si fa l’integrazione, no?
Del resto, non c’è da stupirsi. Non era stata lei a dire: «Sogno un premier rom»? Ecco: Laura sogna un premier rom, sogna l’abolizione delle pubblicità con le donne in costume (intanto lei ha «l’invidiabile bikini»), sogna l’accoglienza per gli eco-rifugiati (cioè dovremmo accogliere a braccia aperte anche chi non si adatta al cambiamento di clima a casa sua). E soprattutto sogna un Paese in cui si dica signora sindaca e signora avvocata, signora dirigenta e signora prefetta, e di conseguenza (immagino) signor sentinello o signor guardio o (peggio mi sento) signor giornalisto. Dunque non è una novità: superBoldry ci ha abituati ai suoi cataloghi bislacchi. È che ogni volta rimaniamo stupiti dalla sua capacità di mettersi in sintonia con le richieste degli italiani. Davvero. Così stupiti che ci chiediamo come poterla aiutare ad ascoltare meglio la voce del Paese. Chiamare l’Amplifon può essere un’idea?
Mario Giordano (Liberoquotidiano)
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