Milano 24 Luglio – Non esiste nessuna tassa sui condizionatori, e soprattutto non è stata approvata nessuna legge che costerà 200 euro all’anno alle famiglie italiane per raffreddare gli ambienti. L’allarme, lanciato nelle ultime ore anche da alcune associazioni per la difesa dei consumatori, e ampiamente circolato in rete è infondato. La “bufala”, diventata virale nella giornata di oggi, è stata smontata da un articolo di DDAY.it.
La normativa europea
Innanzitutto va detto che non si può parlare di tassa; e tra l’altro non si tratta di adempimenti che riguardino le famiglie. Tutto nasce da una normativa europea sulla tutela dell’ambiente, recepita anche dall’Italia in quanto Stato Membro, che prevede la creazione di un unico libretto di manutenzione per caldaie e climatizzatori: entrambi rappresentano infatti fanno parte del sistema di climatizzazione (sia calda sia fredda) di un ambiente. La normativa tuttavia, contrariamente a quanto circolato in rete, non è stata approvata dal Governo Renzi ma era già stata recepita lo scorso anno ed è nota da tempo ad installatori e aziende che si occupano di commercializzare climatizzatori in Italia, tanto che è riportata anche sul sito del ministero dello Sviluppo Economico
L’obbligo di tenere un libretto e di controllare il sistema ogni quattro anni, andando incontro inevitabilmente ad una spesa, riguarda però solo sistemi di climatizzazione con potenza nominale minima di 12 kilowatt, equivalenti a circa 43000 BTU: siamo davanti quindi a un sistema non certo familiare, ma a sistemi più complessi composti da almeno 4 o 5 unità con ambienti superiori a 150 mq.
Controlli periodici
La necessità di controllo periodica è necessaria per valutare sia l’efficienza del sistema sia eventuali perdite di gas che sono ritenuti nocivi per l’ambiente. Condizionatori tradizionali, sistemi split a una o due unità e sistemi monoblocco non rientrano affatto in questa normativa: nessun obbligo e nessun costo per chi vuole stare al fresco in questa caldissima estate. (Corriere)
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