Cultura e botanica per un turismo intelligente

Cultura e spettacolo

Milano 27 Luglio – Dalle sculture vegetali del mecenate Rossini ai tesori di Brera sulla scia dell’imperatrice. Cultura e botanica si fondono negli itinerari ad hoc per fuggire dalla calura. Otto milioni di visitatori, oltre settecento eventi organizzati tra mostre, concerti, spettacoli, visite guidate. Nel 2014 la rete di parchi storici «Grandi giardini Italiani» ha chiuso il bilancio in positivo, e il 2015 non si sta mostrando da meno. Questo a dimostrare che in Italia il turismo culturale e in particolare il turismo verde (per dirla all’anglosassone, l’horticultural tourism) rappresentano una straordinaria potenzialità di sviluppo e di impresa. Molti associati del network – che richiede standard elevati di manutenzione dei beni – si trovano in Lombardia. O sono comunque facilmente raggiungibili da Milano per una giornata o un fine settimana di natura, storia, arte, cultura. Per la gita del weekend o una fuga che permetta di trovare sollievo dalla calura, dunque, c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Ortensie e rododendri

Partiamo allora dalle ultime new entry di quest’anno. Nel cuore della Brianza, a Briosco (Monza Brianza), si trova il Rossini Art Site, un parco di sculture ambientali che il collezionista Alberto Rossini ha iniziato ad allestire negli anni 50. Si va dai maestri italiani del secondo Novecento, tra cui Consagra, Melotti, Minguzzi, Pomodoro, Turcato, Varisco, agli autori della scena internazionale come César, Arman o Spoerri. Molti di loro hanno lavorato site specific, in accordo con il committente, disseminando l’area di installazioni sorprendenti e molto colorate. In più, ad accogliere i visitatori un padiglione in stile organico dell’architetto newyorkese James Wines e laboratori munariani per i bambini. Il secondo nuovo acquisto del network, a Verolanuova (Brescia), è il giardino Botanico Comunale Nocivelli, creato tra 2000 e 2005 in un’area compresa nel Parco del Fiume Strone: in passato zona coltivata, oggi unisce arbusti di medio sviluppo con alberi ad alto fusto di specie autoctone che coronano il piacevole laghetto delle ninfee. Se invece si vuol prendere un po’ d’aria buona in montagna, sforando il confine con il Piemonte si incontra nelle Alpi Biellesi l’Oasi Zegna di Trivero (Biella), un esempio virtuoso di trasformazione del territorio: creata nel 1933 grazie al mecenatismo di Ermenegildo Zegna, ha previsto la piantumazione di 500mila conifere più migliaia di arbusti fioriti, soprattutto ortensie e rododendri. Curata da grandi paesaggisti come Porcinai in passato e Pejrone oggi, propone spesso nei centri parco attività, sport ed eventi per famiglie.

Sculture esotiche

Ma al di là degli ultimi associati, Grandi Giardini conta in Lombardia altri siti storici incantevoli, spesso disseminati lungo le sponde dei laghi. Sul Lario brillano Villa Pizzo a Cernobbio, Villa Melzi d’Eril a Bellagio, Villa Monastero a Varenna. Sul Garda invece il principio estetico delle sculture «open air» si ripropone al Giardino Botanico Heller di Gardone Riviera, dove il ricco patrimonio verde si fonde con sculture esotiche e contemporanee ottenendo inediti effetti scenografici. Tra gli autori delle opere d’arte nomi celebri come Keith Haring, Roy Lichtenstein o Mimmo Paladino.
In occasione di Expo 2015, per portare i turisti a scoprire complessi monumentali anche a poca distanza da Milano, si è creata una rete nella rete grazie al circuito «100 giardini per Expo»: tra le meraviglie a chilometro zero Villa Visconti Litta di Lainate, Villa Arconati di Bollate e Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno. E se proprio non ci si vuole allontanare da Milano, anche in centro città Grandi Giardini vanta due soci eccellenti. Uno è l’Orto Botanico di Brera, piccolo cuore verde dell’omonimo Palazzo, nato nel 1774 per volere di Maria Teresa d’Austria su disegno di Padre Fulgenzio Vitman, fiore all’occhiello due giganteschi ginko biloba del XVIII secolo. L’altro è Villa Necchi Campiglio, bene del Fai, splendida dimora e giardino progettati negli anni Trenta da Piero Portaluppi, con la piscina circondata da tigli, faggi e carpini monumentali. Chiara Vanzetto (Corriere)

 

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