Tra sogno e realtà. Ottocento e Novecento dalle collezioni del Museo Civico della Città di Bellinzona

Cultura e spettacolo

Giuseppe Pellizza da VolpedoMilano 1 Agosto – La mostra presentata presso il Museo della Permanente di Milano rientra nell’ambito dello scambio di collezioni d’arte tra l’istituzione milanese e il Museo Civico Villa dei Cedri di Bellinzona, finalizzato a svolgere un’indagine sulla comune matrice linguistica, artistica e culturale tra Lombardia e Canton Ticino.

Dopo l’antologica su Alberto Ghinzani, ideata da Elena Pontiggia e inaugurata a marzo a Bellinzona, la rassegna curata da Carole Haensler Huguet intende ripercorrere la storia del Museo Civico Villa dei Cedri attraverso le tematiche rappresentative della sua collezione, considerando sia i fondi monografici, sia il nucleo di opere tra Ottocento e Novecento, che rispecchia un certo aspetto del collezionismo ticinese nel dopoguerra.

Natura e figura sono i temi approfonditi in questa esposizione. Il primo si snoda tra Naturalismo e Simbolismo fino al paesaggio astratto del dopoguerra. Il secondo ripercorre una certa storia del ritratto dalla fine dell’Ottocento, con opere di Giuseppe Pellizza da Volpedo, Cesare Tallone e Gaetano Previati, fino alle figurazioni esistenziali di Renzo Ferrari o Cesare Lucchini.

Per molti pittori svizzeri, che hanno studiato all’Accademia di Brera e partecipato con regolarità alle esposizioni annuali dell’Ateneo e della Permanente, questa esposizione rappresenta il ritorno a una sede espositiva che è stata vetrina del loro lavoro e del panorama artistico attraverso mostre collettive e personali dei più importanti artisti Gustave Eugène Castandell’epoca, dai Divisionisti ai Futuristi e al gruppo Novecento. Tra questi si deve menzionare Giovanni Segantini e Cesare Tallone, che hanno preso parte alle rassegne della Permanente fin dall’esposizione inaugurale del 1886, ma anche Adolfo Feragutti Visconti, Edoardo Berta e Luigi Rossi, presenti nelle edizioni successive.

In esposizione anche alcune opere di esponenti della Scuola del paesaggio svizzero: Friedrich Zimmermann, Johann Gottfried Steffan e Gustave Eugène Castan. Questi dipinti permettono di ampliare il discorso sulla raffigurazione del paesaggio a nord delle Alpi aprendo così un excursus cronologico che dal Romanticismo passa attraverso il Simbolismo e si spinge oltre attraverso un dialogo con le opere legate alla scuola e alla cultura italiana

Le opere scelte testimoniano pertanto anche la complessa identità ticinese, i cui protagonisti mettono in evidenza lo spostamento di interesse dall’arte e dalla cultura lombarda verso la quella legata alla Svizzera tedesca e francese, assimilate attraverso le esposizioni nazionali di fine Ottocento.

L’esposizione ha permesso anche un approfondimento della storia delle collezioni di Villa dei Cedri, una storia che risale al 1971 quando il banchiere Adolfo Rossi (1890-1973) dona alla collettività la sua collezione d’arte, incentrata sulla pittura italiana e svizzera tra fine Ottocento e primo Novecento. Il nucleo di 73 opere comprende dipinti di Ferdinand Hodler, Giovanni Segantini, Luigi Rossi, Gaetano Previati, Mario Sironi e altri importanti pittori del periodo. Dopo l’acquisto di Villa dei Cedri e l’istituzione della Civica galleria d’arte, si decide di dare un chiaro orientamento culturale alla giovane istituzione. La politica delle acquisizioni, in stretta connessione con l’attività espositiva, viene incentrata sull’arte dell’area svizzera e italiana dalla seconda metà dell’Ottocento ad oggi, concentrandosi in particolare sui pittori svizzero-lombardi più significativi come Luigi Rossi, Edoardo Berta o Adolfo Feragutti Visconti, mirando al recupero critico di figure di rilievo.

La raccolta in formazione ha inoltre creato fondi per singolari artisti attivi tra Svizzera e Italia, la cui ricerca si distingue per l’impronta individuale, come Italo Valenti, Giuseppe Bolzani, Massimo Cavalli, Renzo Ferrari, Enrico della Torre o Giulia Napoleone.

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