Che rabbia vedere piangere un’anziana fragile e sola

Approfondimenti Le storie di Nene

Milano 7 Agosto – Sta come un cartoccio inutile, abbandonato su una panchina. E’ una donna anziana, le mani a stringere un fazzoletto bagnato da un pianto rassegnato e stanco. La sera ha le ombre che nascondono il pudore e il dolore, ha l’abbraccio di una solitudine consumata ogni giorno, ha la tenerezza del silenzio.

Uno strappo, forte, improvviso, con l’abilità di chi ha imparato da tempo il mestiere del borseggiatore e l’anziana è caduta, ha tentato di difendere la borsetta, ha urlato la rabbia e lo sdegno, ma i tre ragazzi sono spariti con il suo tesoro di 20 euro senza alcuna pietà.

Un fatto di cronaca come tanti, come troppi che ormai si ripetono ogni giorno, a Milano. Un fatto di cronaca non segnalato, nei giardinetti vicino a casa mia, in una periferia abbandonata a se stessa, senza sicurezza, senza alcuna vigilanza.

Sta là e il suo pianto è una lacerazione che fa male, è la denuncia di un’impotenza contro la legge del più forte, è il grido di una società malata che non sa proteggere la parte più fragile, è la testimonianza di un’ingiustizia sociale che incontra indifferenza e superficialità.

Quei 20 euro erano il pane, le medicine per una settimana: la sopravvivenza.

Sta sempre là, da un tempo infinito come è infinito lo sconforto, il dolore. Ma che rabbia vedere piangere un’anziana fragile e sola.

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