Milano 9 Agosto – C’è uno smartphone progettato in Italia che sta incuriosendo la Rete e facendo discutere gli «smanettoni» di tutta la Penisola. È il «brianzolo» Stonex One, duemila esemplari venduti online in soli dieci minuti a fine luglio – tanto da dover «tirare giù la saracinesca» per eccesso di richieste – con le prime consegne previste per l’inizio di settembre.
Bufale online
Un telefonino «economico (299 euro) ma dalle grandi prestazioni», come annunciano dalla Stonex di Lissone (Mb), nato dalla collaborazione tra l’imprenditore monzese Davide Erba, 35enne specializzato in prodotti di misurazione (dai Gps agli strumenti optomeccanici esportati in 70 Paesi per 40 milioni di fatturato) e l’esperto di comunicazione, Francesco Facchinetti (il «dj» figlio del tastierista dei Pooh, Roby). Tutt’intorno mistero, curiosità e polemiche. Perché in pochi hanno avuto finora modo di vederlo. Perché il modello di business è inedito in Italia con la rete commerciale tradizionale bypassata da vendite solo online. E perché il lancio è stato condito dalle reazioni delle tribù della Rete, tra accuse di plagio e bufale online .
Sede a Lissone, la società Stonex nasce come Stonex Positioning: un’azienda attiva nella distribuzione di strumenti di misurazione, poi diventati oggetto diretto della produzione. Fino all’apertura al nuovo ramo di affari nel 2014: la telefonia. Formazione al liceo classico, Davide Erba fonda la sua start up nel 2010 dopo alcune esperienze di lavoro in Cina. Capitale iniziale minimo, diecimila euro. «La Brianza è sempre stata una delle chiavi tecnologiche dell’Italia – dice citando l’esempio della ditta produttrice di componenti elettroniche, STMicroelectronics -. Qui c’è background tecnologico, la chiamavano la Silicon Valley italiana». Erba usa l’imperfetto perché «oggi non è più così», dice, «a causa della perdita di competitività di tutto il sistema italiano ma ciò nonostante noi crediamo di poter lavorare bene». E da Lissone, raggiungere il mondo: «Stiamo lavorando per esportare il progetto in altri Paesi. Abbiamo registrato un grande interesse – conclude -, soprattutto in Germania».
Attacchi
Cinquanta dipendenti, tutti in Brianza, più 200 collaboratori. Prodotti positioning (Gps) italiani con componenti europee, smartphone invece progettati in Italia ma realizzati in Cina. Tanto che alcuni hanno gridato al plagio quando hanno visto modelli simili della società partner cinese Amoi: «Sfido chiunque a dimostrare che Stonex One è soltanto un’operazione di rebranding di un prodotto cinese». Facchinetti difende il prodotto, bersagliato negli scorsi mesi dagli attacchi degli utenti, fino alle bufale dei giorni scorsi quando alcuni giornali hanno ripreso un post su Facebook in cui l’associazione di consumatori Altroconsumo annunciava l’intervento dell’Agcom per bloccare le spedizioni del telefonino, poi smentito. «Solo leggende metropolitane – per Facchinetti -. Convinceremo tutti». (Corriere)
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