Milano 10 Agosto – Affossa lo stadio del Milan al Portello, critica i candidati papabili del centrodestra – da Paolo Del Debbio a Corrado Passera – sprizza veleni contro il leader della Lega Matteo Salvini e l’ex vicesindaco Riccardo De Corato. Giuliano Pisapia in un intervento a tutto campo (e tanto livore) a TeleLombardia ieri ha avuto almeno il buongusto, per la prima volta dal 2011, di ringraziare i sindaci Gabriele Albertini e Letizia Moratti che lo hanno preceduto. E gli hanno consentito, come ribadisce spesso il centrodestra, di tagliare nastri prestigiosi durante un mandato che altrimenti ha realizzato il vuoto cosmico. Tante critiche agli altri, molti elogi per sé: «Milano sta volando», «i sondaggi del centrodestra dicono che batterei qualunque avversario compresi Lupi e Gelmini». La domanda sorge spontanea: perché sfilarsi con un anno d’anticipo, azzoppando il Comune, se pensava di avere la vittoria in tasca? La risposta è altrettanto spontanea.
PRIMA SAN SIRO
Un mese fa Pisapia aveva già telefonato ai residenti «No stadio» al Portello per rassicurarli. Ora che Milan e Fondazione Fiera litigano sull’impianto rossonero sui terreni degli ex padiglioni, non nasconde una certa soddisfazione: «Ho la netta impressione che a questo punto forse il progetto non arriverà neanche in Comune» per le autorizzazioni. Al momento «stiamo parlando del nulla, non lo abbiamo ancora ricevuto, se poi finiscono di litigare o si arriva a una soluzione, allora si dovranno valutare i problemi della compatibilità ambientale, della sicurezza, della compatibilità urbanistica. E chiaramente noi abbiamo lo stadio di San Siro che bisogna valorizzare e soprattutto non far morire». Sull’area del post-Expo invece «non c’è spazio, ci sarà un grande campus universitario».
LE MOSCHEE SONO BELLE
No allo stadio del Milan, ma sì a una moschea (altrettanto contestata dai residenti) a poche centinaia di metri di distanza, Pisapia difende il bando di assegnazione dell’ex Palasharp e di via Esterle. Ma si irrita con il centro islamico di viale Jenner che, rimasto escluso, minaccia di invadere di nuovo i marciapiedi: «Vadano a pregare nella moschea che ci sarà, per strada non si può».
UNO CONTRO TUTTI
Il sindaco contesta in fila: Salvini («è un politico di professione, non ha fatto altro nella vita, ha avuto anche due poltrone contemporaneamente, io non ne sono attaccato». Contesta per lo stesso motivo Riccardo De Corato (Fdi) che ribatte: «Così offende i cittadini che mi votano, faccia il capolista di Sel e sfidiamoci nel 2016. Ma è alla fine di un mandato così disastroso che neanche si ricandida». La rabbia di Pisapia si sfoga contro Del Debbio («è intelligente, è stato un buon assessore in passato ma non accetto che si vanti di essere populista e in tv fa demagogia») e Corrado Passera («mi fa ridere che mi critichi senza sapere nulla di Milano, prima si informi».
MEGLIO TARDI CHE MAI
Dulcis in fundo (e in questo caso si intende alla fine del mandato più che la trasmissione) dopo non aver mai invitato i predecessori al taglio del nastro di M5, Darsena e tanti altri progetti di rilancio di cui si è potuto così appuntare la medaglia sul petto con il minimo sforzo, ieri Pisapia ha dovuto ammettere per la prima volta: «Il sindaco di Roma Ignazio Marino si è trovato in una situazione disastrosa per quello che era stato il passato e per l’eredità che ha avuto.Noi abbiamo avuto un’eredità di rilancio, in parte l’abbiamo modificata perchè abbiamo opinioni diverse, ma senza buttare via anzi valorizzando quello che era stato fatto in passato». Se oggi abbiamo questo bellissimo skyline che unisce il vecchio al nuovo, lo dobbiamo a Albertini e Moratti, che ringrazio». Meglio tardi che mai.
Chiara Campo (Il Giornale)
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