Milano 13 Agosto – Eliminare i grassi dalla dieta per proteggere la salute del cuore? Sembrava un generico consiglio valido per tutti, ma una rassegna di studi appena pubblicata sul British Medical Journal mette nella lista dei cattivi i soli grassi trans, quelli contenuti negli alimenti industriali, mentre sembra scagionare i grassi saturi, come il burro. Il consumo di questi ultimi, infatti, non è associato a un aumentato rischio di morte o a malattie cardiache, ictus, o diabete di tipo 2.
Ma qual è la differenza tra i due tipi di grassi? I grassi saturi provengono soprattutto da prodotti di origine animale, come burro, latte vaccino, carne, salmone e tuorli d’uovo, e da alcuni prodotti vegetali, come l’olio di palma. Gli acidi grassi insaturi trans (o grassi trans) sono prodotti industrialmente da oli vegetali, con un processo noto come idrogenazione, per essere usati nella margarina, nelle merendine e nei prodotti da forno confezionati.
“Per anni è stato consigliato a tutti di tagliare i grassi. I grassi trans non hanno benefici per la salute e rappresentano un rischio significativo per le malattie cardiache, ma il ruolo dei grassi saturi era meno chiaro”, spiega Russell de Souza, del Dipartimento di Epidemiologia Clinica e Biostatistica dell’Università canadese McMaster. Così de Souza e colleghi hanno analizzato i risultati di 50 studi osservazionali per valutare l’associazione tra grassi saturi e trans e ricadute sulla salute degli adulti.
Il team di ricercatori non ha trovato una chiara associazione tra elevato consumo di grassi saturi e più alto rischio di morte per qualsiasi causa, malattia coronarica, malattie cardiovascolari, ictus ischemico o diabete di tipo 2. Tuttavia, il consumo di grassi transindustriali è stato associato a un aumento del 34 per cento di morte per qualsiasi causa, del 28 per cento del rischio di mortalità per malattia coronarica, e a un aumento del 21 per cento del rischio di malattia cardiovascolare.
“Detto questo, non stiamo proponendo di aumentare il consumo di grassi saturi rispetto a quanto suggerito dalle linee guida, ma non abbiamo neanche trovato prove che limiti più alti darebbero benefici specifici per la salute”, ha spiegto l’autore. Le attuali linee guida raccomandano che gli acidi grassi saturi non apportino più del 10% delle calorie totali della dieta. “Se diciamo alla gente di mangiare meno grassi saturi o trans, dobbiamo offrire un’alternativa migliore”, fa notare de Souza. Purtroppo, nella nostra rassegna, non siamo stati in grado di trovare le prove che avremmo voluto per poter suggerire migliori scelte di sostituzione. Comunque il nostro e altri studi suggeriscono di sostituire gli alimenti ad alto contenuto di questi grassi con oli vegetali, noci e cereali integrali“.
Marta Buonadona (Panorama)
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