L’elogio della Fragilità

Approfondimenti Le storie di Nene

Milano 13 Agosto – “Gli uccelli giocano in controluce ad ali spiegate e il cielo scoppia di rosso al tramonto.

Così la mia vita sospesa tra sogno e realtà nel rosso della speranza. E non ho mai imparato che perdonare è amare. E perdonare se stessi è amare la vita. E amare la vita è accettare la verità.

Ho sempre ascoltato il canto del sogno, la libertà della perfezione. E non ho ancora capito che anche i fiori appassiscono come l’amore, la bellezza, la vita.

La mia vita sospesa tra musica e parole. La mia vita sospesa tra illusione e fatica. L’illusione di un mondo perfetto e le contraddizioni di un quotidiano che si sbriciola in tante piccole cose imperfette.

Gli uccelli si aprono al cielo senza paura. Oggi la mia vita sospesa si chiude nella fragilità di un corpo che reclina le forze e nella confusa e spaesata solitudine dei giorni.

Oggi, più che mai, la mia vita sospesa vuole il sogno ed è, forse, la visione più nitida e consapevole di  un’altra vita, al di là degli steccati e dei limiti del tempo.

La mia vita sospesa naviga e corre, mio malgrado, e non posso fermarla. E non ho più colori, né fiori, né farfalle.

E aspetto ogni giorno un cielo che si incendia di luce per diventare uccello e giocare ancora in controluce con  tanti altri uccelli, là dove l’amicizia non conosce l’ombra dell’incomprensione, là dove la libertà non ha confini, là dove la musica è l’incanto dell’armonia, là dove il sogno è realtà”.

Così mi parlava un’amica, in una sera d’autunno.

Nene

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