Come sarà Milano nel 2030? Praticamente “occupata” dagli stranieri

Milano

Milano 18 Agosto – Può la demografia raccontare la Milano del 2030? Possono gli scenari previsti dalle elaborazioni statistiche dipingere un ritratto urbano fedele alla realtà nell’orizzonte dei prossimi 15 anni (in cui si assisterà alla trasformazione delle forme verso la nuova Città metropolitana)? A guardare quartiere per quartiere i dati pubblicati sul sito Internet del Comune – ed elaborati dal Corriere -, il destino (perlomeno abitativo) di Milano sembra di chiara interpretazione. Una città alle prese con la propria storica vocazione multiculturale ormai pronta a deflagrare (gli abitanti di origini straniere saranno raddoppiati tra 15 anni) e dove il ruolo delle periferie diventerà «centrale». Sia perché alcune delle cerchie esterne saranno considerate sempre più cuore del capoluogo sia perché la densità delle zone interessate dall’estensione dei confini della Città metropolitana diminuirà, sotto la forte pressione abitativa attuale, spalmandosi verso le nuove periferie della città, oggi ancora hinterland.

Aumenteranno gli stranieri

Dinamiche visibili, in corso e da governare. Se il dato principale è che i milanesi di origine straniera aumenteranno – dai 240 mila circa attuali almeno fino ai 415 mila delle stime al ribasso fino ai quasi 500 mila delle ipotesi più espansive, uno su tre -, l’altro aspetto che emerge dalla ricerca sono i numerosi quartieri che vedranno ridursi la propria popolazione in un contesto in cui, al contrario, i milanesi aumentano: da 1,2 milioni alla forbice 1,3-1,5 milioni a seconda dell’ipotesi statistica (bassa o alta) scelta.

I numeri

Gallaratese (-27%), Barona (-12,2%), Forze Armate (-7,1%), Navigli (-4,7%), Gratosoglio (-4,3%), Niguarda (-3,8%), Baggio (-2,6%), Lambrate (-1,9%), Qt8, Stadera, Portello, Quarto Oggiaro, Quarto Cagnino, Quinto Romano sono tutte zone destinate a perdere centinaia (o più spesso migliaia) di abitanti a discapito dei Comuni oggi esterni ma inclusi nella futura «area metropolitana». Di contro, il centro non si svuoterà. Anzi. Si registrano densità in crescita nei nuovi quartieri. Come la Zona di decentramento 2, che include Garibaldi-Porta Nuova, in crescita di oltre 25 mila abitanti. Aumentano significativamente le Zone 1, 5 e 9, diminuiscono le 6, 7 e 8. Si sale da Duomo (+4,5%) a Brera (+5,7%), fino a Porta Venezia (+2,9%). Crescite demografiche anche nelle periferie storiche, da Affori (+19,5%) a via Padova (+16,1%), da Ripamonti (+7,8%) a Lodi-Corvetto (+9,4%). O dove si concentrano i poli universitari, come Bovisa e Bicocca. O ancora al quartiere Adriano, a San Siro, a Bruzzano; nelle zone della moda (Tortona +3,9%), nella Chinatown di via Sarpi (+7,7%) e al Ticinese rinnovato (+7%).

Giacomo Valtolina (Corriere)

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