Boom dell’utilizzo dei voucher, soprattutto al Nord e tra i commercianti

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Milano 19 Agosto – Boom nell’utilizzo dei voucher, che superano la cifra di 69 milioni nel solo 2014, aumentando di 129 volte in sei anni il numero del loro utilizzo. Nel 2008, infatti, erano 535mila e 985, mentre nel 2012 si erano fermati a 23 milioni, 817mila e 325.

Lo rileva un’indagine condotta dal Centro Studi della Cna, su dati Inps, che prende in esame il periodo 2008/2014 e stima in circa 33mila i posti di lavoro a tempo pieno creati dal diffondersi di questo strumento.

Il voucher (o “buono lavoro”) è uno strumento creato per assicurare ai privati la possibilità di “comprare” un aiuto per i piccoli lavori e per consentire alle imprese una flessibilità, quasi in tempo reale, utile a tappare improvvisi buchi organizzativi o a rispondere prontamente a picchi di attività, nella totale trasparenza e correttezza fiscale, previdenziale, assicurativa. Secondo la Cna, i voucher rappresentano “un ottimo strumento. Non un meccanismo che genera precarietà, ma una misura in grado di agevolare le attività che, per il carattere occasionale e il modesto impatto economico, non giustificano altre tipologie di rapporto di lavoro”. Inoltre “costituiscono uno strumento utile a far emergere dal nero lavori saltuari o secondi impieghi riducendo il ricorso a lavoretti illegali”.valore_voucher_lavoro

Il Nord in testa alla classifica – In testa alla classifica le regioni del Nord, mentre è il commercio il settore nel quale è maggiore l’utilizzo dei ‘buoni lavoro’. La regione che, nello stesso periodo, se n’è giovata di più è stata la Lombardia (26,5 milioni di “buoni lavoro”), seguita da Veneto (23,2 milioni), Emilia-Romagna (19,8 milioni), Piemonte (15 milioni) e Friuli-Venezia Giulia (11 milioni). Una classifica che muta profondamente se si rapportano i voucher venduti alla forza lavoro. In questo caso, in testa alla graduatoria balza il Trentino-Alto Adige con 20,8 “buoni lavoro” a residente tra i 15 e i 65 anni. A seguire, nell’ordine, Friuli-Venezia Giulia (20,6), Veneto (10,4), Marche (9,7), Emilia-Romagna (9,5).

Maggior utilizzo nel commercio – Il commercio, con il 18,2 per cento dei buoni acquistati, è invece il settore che più utilizza i voucher. A seguire i servizi (14 per cento), il turismo (12,3 per cento) le manifestazioni sportive (9,1 per cento), il giardinaggio e le pulizie (7,6 per cento), le attività agricole (7,3 per cento), i lavori domestici (2,6 per cento). C’è uno stock, infine, del 28 per cento che l’Inps classifica come “altre attività”.

Più donne e giovani – Nel mercato dei voucher entrano i giovani, ma soprattutto le giovani. Nel 2014, infatti, le donne superano gli uomini tra i lavoratori che ricevono pagamenti via “buoni lavoro”. Crolla anche l’età media, che scende di circa 23 anni sia per gli uomini che per le donne, segnalando un forte ingresso di giovani in questo mercato. Secondo l’indagine Cna, nel 2008 quattro su cinque lavoratori via voucher erano maschi con un’età media vicina ai 61 anni, mentre le donne avevano oltre 56 anni e mezzo. Nel 2014 l’età media si è abbattuta, calando a quasi 38 anni per gli uomini e a 34 anni e mezzo per le donne. (Adnkronos)

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