Milano 21 Agosto – Una curiosità legittima sapere quanto paghiamo questo Sindaco, mentre distrugge Milano. Non tanto per fargli i conti in tasca, ma per capire quanto vale in soldoni la sua ideologia sbagliata, la sua incapacità di fare una politica costruttiva per la città, quanto, soprattutto, la corrispondenza tra compenso e impegno sia meritevole e giusta. Perché paghiamo anche i suoi errori, le sue preferenze nel privilegiare determinate categorie di popolazione, la sua ostinazione, l’inconcludenza e quelle normative punitive che ci piovono addosso senza alcuna possibilità di reagire in modo incisivo da parte nostra. Paghiamo tutti, anche l’ottusità manifesta, l’indifferenza, il sopruso. E ci vuole una costanza e una presunzione davvero singolari nel non voler ascoltare, nel non vedere, nel perseverare. I numeri dicono che il Sindaco guadagni circa 4,5mila euro al mese, un terzo di quanto percepisca un parlamentare. Troppo? Poco? Non ne farei una questione quantitativa, perché un buon lavoro, svolto con coscienza e virtù non ha un prezzo, ma non è il caso di questo Sindaco che, per onestà intellettuale, per certe decisioni, dovrebbe restituire parte del guadagno. E se vogliamo estendere il discorso agli assessori che guadagnano circa 3,5 mila euro al mese, davvero i Maran, Rozza, D’Alfonso ecc. pensano di meritarli? Ma oltre i soldi ci sono il prestigio, il potere, la carriera politica, la possibilità di conoscere, di favorire conoscenti e amici, di creare filiere di sostenitori ecc. ecc. Un guadagno non palese che ha comunque un suo perché.
Pisapia non si ricandida: forse è vero o forse no. E probabilmente un discorsino di numeri tra sé e sé l’ha anche fatto, considerato che come avvocato aveva un reddito significativo di 800mila euro all’anno. Abituato a cifre così alte forse è impossibile chiedergli attenzione e sensibilità per chi ha una pensione minima.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano