Milano 23 Agosto – A metà settembre, nella Culla della Democrazia, si svolgeranno le finali dello sport più amato dagli eredi di Socrate: scegli il tuo curatore fallimentare preferito. Le ultime puntate di questo reality in salsa Uzo hanno visto come trionfatore assoluto il signor T., quarantenne, bandiera della sinistra idealista (quella con l’idea fissa della lista elettorale), passato da no globale, passato prossimo da incendiario, presente da pompiere e futuro da padrino della patria. Il Boss del biscotto, l’accordo sottobanco che frega il vincitore legittimo ed incorona chi tratta meglio. Il signor T. ha quarantanni e quaranta identità politiche, ma se le mettiamo in fila otteniamo cose sorprendenti. Tipo quelle canzoni Rock, che se vengono ascoltate al contrario diventano inni a Satana, le vite del signor T sono la parabole, il bio movie, l’horror dell’anno, sono la storia del Pd. Il Signor T forse non vincerà le elezioni, ma ci darà una grande lezione. A sinistra si nasce proletari, si vive aristocratici e si muore reazionari. Ecco, dunque, le tappe più importanti, i settantanni di sinistra alle vongole concentrati in una salsa densa per accompagnare l’agnello Greco al mattatoio Tedesco.
In principio il Signor T., capello lungo e sbarazzino, marciava su Genova. Egli si batteva contro la globalizzazione. La gente deve circolare, non le merci. Gli Stati devono dominare l’individuo, non l’individuo gli Stati. Il popolo deve decidere cosa succede nell’economia. E nella finanza. E nella biologia. E probabilmente nella matematica. Era così giovane ed idealista (definizione di cui sopra). Poi le vacanze sono finite ed è tornato a casa.
Quindici anni dopo era il leader di una sinistra che si proponeva di spaccare le reni alla perfida Berlino. Eletto con un suffragio quasi plebiscitario ha ingaggiato un corpo a corpo lungo sette e più mesi, per ottenere altri soldi, più o meno ad libitum, senza impegni, senza garanzie e senza alcuna reale voglia di restituirli. Al suo fianco il fido Varoufakis, il Don Chisciotte di un troppo furbo Sancho Panza, troppo impegnato ad abbattere mulini a vento per accorgersi della realtà che mutava intorno a lui. Di fronte alla piccata replica di Berlino, custode egoista e gelosa delle sue reni, il Signor T. lanciava il televoto Ellenico su quale mossa di Kung Fu avrebbe dovuto atterrare la chiappona dell’est. Ancora una volta i suoi fan anno battuto i fan della realtà ed il Signor T è partito gioioso.
Dopo aver pugnalato quel rompiballe di Varoufakis, che aveva sinceramente stufato con le sue cariche cavalleresche. Ah, e dopo aver venduto il popolo Greco a condizioni ancora peggiori di quelle proposte dagli Euroburacrti, inaugurando la stagione dell’agnello sacrificale. Da allora si sono susseguiti salvataggi a piovere, privatizzazione che manco la Thatcher nel momento migliore o Cameron con i sondaggi più brutti. Settimana scorsa 14 aeroporti sono stati subaffittati, manco fossero alberghi a ore, ad una società pubblica Tedesca. Nel frattempo la Sinistra ha abbandonato il signor T, avendo finito gli ombrelli di Altan, le bottiglie del Tafazzi ed i libri di Veltroni. Per questo il Signor T torna a votare. Per eliminare la sinistra dal Parlamento Greco. Manco fosse un Renzi qualsiasi.
Aveva ragione Montanelli a tenere un busto di Stalin in ufficio. Solo i comunisti sanno come eliminare davvero il comunismo.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,