Regione Lombardia secondo Moody’s va meglio dello Stato

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Milano 23 Agosto – Regione Lombardia, la sua società finanziaria Finlombarda mantiene  un rating stabile, secondo le pagelle degli analisti di Moody’s. Gli uffici londinesi dell’agenzia americana hanno incluso di recente i tre enti tra i 21 monitorati in Italia dalla neonata Moody’s Public Sector Europe, incaricata di studiare il mercato del debito pubblico nel vecchio continente. «Vale 1.800 miliardi di euro circa – osserva Mauro Crisafulli, responsabile della sede italiana – e prevediamo una maggiore attenzione al ricorso del mercato dei capitali, anche se in l’Italia sono ancora lo Stato e la Cassa Depositi e Prestiti ad intervenire in misura preponderante per sostenere  il fabbisogno degli enti locali».

Nello specifico, la pagella della Lombardia è leggermente più positiva della valutazione complessiva del Belpaese. Moody’s assegna al Pirellone un rating Baa1, «con prospettive stabili», osserva Massimo Visconti, vicepresidente senior dell’ufficio credito. Finlombarda si colloca appena un gradino sotto, con un rating Baa2 e «outlook» stabile. Allo stesso livello dello Stato italiano. In genere la valutazione nazionale funge da tetto massimo per stabilire quella delle amministrazioni che stanno ai piani inferiori.

«Per analizzare un ente guardiamo due elementi – spiega Visconti –, ossia la solidità creditizia dell’entee la probabilità di un intervento che l’ente sovraordinato potrebbe attuare per sostenere l’ente in difficoltà». Nel caso della Lombardia, però, la Regione è premiata con un punteggio più alto. «Il motivo è che ha un indebitamento trascurabile e in diminuzione, da anni inferiore al 9% delle entrate – osservano da Moody’s –. Si potrebbe ripagare con un anno di surplus. Inoltre la Lombardia ha una base economica solida, dinamica e diversificata».

Finlombarda, infine, ha perfomance finanziarie «robuste» e una capitalizzazione «fortissima»,tuttavia per Moodys’ negli ultimi anni c’è stato un incremento del «ricorso al debito strumentale, per progetti di sviluppo delle pmi», a dispetto delle ricche casse interne da cui si sarebbe potuto attingere. Moody’s ora ha puntato la lente sul processo di trasparenza delle finanze pubbliche, che dovrebbe chiudersi nel 2017. Luca Zorloni (Il Giorno)

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