Milano 24 Agosto – Mangiare piccante è associato a un minor rischio di morte, sia in generale, sia per cancro, malattie cardiovascolari o respiratorie. È quanto osservato in uno studio epidemiologico appena pubblicato sul British Medical Journal.
Quella che è stata osservata è per ora solo un’associazione, non un rapporto di causa-effetto, ma si aggiunge ai diversi altri studi che mostrano proprietà interessanti per la salute dei cibi speziati, in particolare dell’ingrediente “hot” per eccellenza, il peperoncino. Molte ricerche hanno evidenziato che le spezie e il loro ingrediente attivo, la capsaicina, hanno un effetto anti-obesità, anti-ossidante, anti-infiammatorio e addirittura, da test in vitro, antitumorale.
Un gruppo internazionale di ricercatori guidato da scienziati dell’Accademia cinese di scienze mediche ha esaminato l’associazione tra consumo di pietanze speziate nella dieta giornaliera e il rischio totale di morte in una popolazione di quasi 500mila persone tra i 30 e gli 80 anni. Tra il 2004 e il 2008 tutti i partecipanti hanno risposto a domande sulla loro salute, il loro stile di vita e il consumo di cibi piccanti, carne rossa, verdura e alcol. Nell’arco del tempo, sono state registrate tra i partecipanti circa 20mila morti. E analizzando i dati è emerso che tra coloro che mangiavano piccante tre o più volte la settimana il rischio di morte era del 14 per cento inferiore rispetto a quelli che lo facevano meno di una la settimana. Mentre il consumo di cibi speziati anche solo una o due volte a settimana è risultato associato a una diminuzione di rischio del 10 per cento. Il risulta vale sia per gli uomini sia per le donne, e l’effetto sembra maggiore in coloro che non consumano alcol.
Nello studio è emerso che tra le varie spezie usate per insaporire i cibi tra coloro a minor rischio di morte il peperoncino, fresco o essiccato, è stata la più usata. Il peperoncino fresco, in particolare, è stato l’ingrediente maggiormente associato alla diminuzione del rischio di morte per cancro, malattie ischemiche e diabete.
I ricercatori suggeriscono che l’effetto positivo sia dovuto alla capsaicina e alla vitamina C, di cui il peperoncino fresco è più ricco rispetto a quello secco, ma anche ad altri ingredienti. È troppo presto per consigliare una dieta piccante come ausilio per la salute, ma nello stesso tempo, per chi lo ama, perché no? Chiara Palmerini (Panorama)
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