Milano 24 Agosto – E non parliamo di espressione artistica, quando si imbrattano con graffiti o tag o scarabocchi, muri storici o chiese, perché sono solo opere di imbecillità che non rispettano né la storia, né la religione. Un modo vile per ferire la sensibilità di chi crede, un modo subdolo per esprimere disprezzo e ignoranza, un sopruso. Riportiamo nel dettaglio quanto è successo a 14 Chiese di Milano, così come è riferito da Massimiliano Mingoia su Il Giorno: “Graffiti, tag, scritte, scarabocchi. I writer non hanno avuto pietà neanche delle chiese. L’elenco dei luoghi di culto imbrattati in città è lungo. L’ha stilato l’Associazione nazionale antigraffiti (vedi tabella). Ben 14 templi religiosi portano sulle proprie mura i segnali del passaggio di vandali armati di vernice spray. Si va dalla Basilica di San Lorenzo alla chiesa di San Fedele dietro a Piazza Scala fino al Tempio valdese in via San Giovanni in Conca e alle chiese di Santo Stefano al Verziere e di San Tommaso in via Broletto, giusto per citare alcune delle strutture più danneggiate.
I luoghi di culto colpiti sono quasi tutti in centro. I danni arrecati dai writer alle antiche chiese ammontano a migliaia di euro. Difficile arrivare a una stima precisa, perché anche dopo la cancellazione di tag e scritte i muri vengono risporcati dopo pochi giorni. I graffitari sembrano accanirsi proprio sulle chiese. Un fenomeno non certo nuovo, come testimonia Fabiola Minoletti, segretaria dell’Associazione nazionale antigraffiti e portavoce del Comitato Abruzzi Piccinni: «Già nel 2011 avevamo preparato un report con un lungo elenco di luoghi di culto imbrattati. Da allora non è cambiato nulla». Un fatto molto grave, secondo la Minoletti: «Queste scritte che sfregiano da anni i nostri monumenti e le nostre chiese offendono la nostra storia e la nostra città. Ed è ancor più triste constatare come si stia sempre più affermando una nuova corrente di writer vandalici che a differenza del passano non rispetta più neanche i monumenti e i luoghi sacri».
Complicato per la Curia ambrosiana, proprietaria delle chiese milanesi, far fronte alle spese per la pulizia di tutti i luoghi di culto. Servirebbe un investimento di migliaia di euro. Senza contare che ogni intervento richiede il via libera anche della Sovrintendenza ai Beni architettonici e Paesaggistici. Il Comune, per ora, ha le mani legate per un eventuale supporto alle comunità religiose per la pulizia dei muri: «Le interdittive antimafia hanno temporanamente bloccato l’appalto per la pulizia dei graffiti – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza –. L’obiettivo dell’amministrazione, comunque, resta quello di offrire alla Curia una prima pulizia delle chiese maggiormente rappresentative nel centro della città a fronte di abbonamenti per mantenere privi di imbrattamenti quei luoghi».
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