Milano 27 Agosto – Mentre in Francia, in Italia ed in gran parte dell’Unione Europea, è visibile una sottomissione all’Islam, i popoli europei tendono, tranne in Italia, a ribellarsi all’ormai costante invasione e all’islamizzazione dei propri paesi.
In Francia, il presidente Hollande ed il suo esecutivo, per le elezioni dipartimentali che si tennero la primavera scorsa, hanno persino accettato che due partiti di ispirazione islamica si presentassero le loro liste: l’Union des démocrates musulmans francais (UDMF) e il Parti Égalité-Justice (PEJ). Sebbene con pochi candidati, entrambi i partiti di ispirazione islamica hanno presentato i loro candidati nei dipartimenti della Francia orientale, sostenendo un programma che è in totale contrasto con la tradizione laica francese. Entrambi i movimenti islamici sostengono l’abolizione della legge sul divieto del velo nelle scuole, l’introduzione di Eid-el-Kebir (festa del sacrificio) come festa nazionale e l’arrivo di menu halal nelle mense scolastiche.
Inoltre molti funzionari del PEJ hanno ricoperto incarichi di responsabilità al Cojep, un’organizzazione educativa popolare vicino al AKP, il partito islamico al potere in Turchia, pertanto possiamo affermare che il PEJ è la versione francese del movimento radicale islamico dei Fratelli Musulmani, che in Italia si sta impossessando del PD e dei suoi alleati.
Nonostante altre espressioni europee stiano lanciando l’allarme per questa ondata di invasione proveniente dall’Africa e dal Medio Oriente, le sinistre europee al potere tendono ad aprire i propri confini spacciando la loro sottomissione all’Islam per solidarietà.
L’europarlamentare Kristiina Ojuland, ex ministro degli esteri dell’Estonia, ha affermato nel blog che “La razza bianca è in pericolo” e che questa ondata migratoria è “una minaccia razziale”.
Puntualmente è partita un’ingiunzione della Commissione europea nei confronti degli Stati membri dell’Unione europea di accogliere le ondate di profughi africani che arrivano in massa attraverso il Mediterraneo e sempre dai Paesi Membri è iniziato una vera persecuzione di tipo politico nei confronti dell’eurodeputata estone. Pochi mesi sono passati, ma polemiche persistono e Kristiina Ojuland continua ad essere interrogata su quello che ha scritto. “ Sono stata timbrata come razzista perché parlo sinceramente di quello di cui ho paura”, ha risposto in questi giorni ai giornalisti che le hanno rivolto le domande in merito all’argomento.
Ben consapevole che tali osservazioni abbiano messo la sua carriera politica in pericolo, lei non se ne cura, e spiega con calma che non ha bisogno di apparire ogni giorno in televisione o sulla stampa. Alla domanda “Che cosa la spinge a continuare la sua carriera politica in queste condizioni?” l’ex ministro degli esteri estone risponde: “Amo l’Estonia e ho intenzione di proteggere l’Estonia”.
Pochi chilometri più ad ovest, in Slovacchia, il Governo di Bratislava sostiene che accetterà solo i profughi cristiani nell’ambito di un regime ricollocazione UE dei rifugiati siriani.
Il paese è destinato a ricevere 200 persone provenienti dai campi in Turchia, Italia e Grecia.
Il portavoce del ministero dell’Interno, Ivan Netik, ha dichiarato che i musulmani non sarebbero accettati perché non si sentirebbero a casa.
L’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) ha invitato la Slovacchia ad assumere un “approccio inclusivo” per il trasferimento, ma il signor Netik ha negato che la mossa fosse discriminatoria e ha continuato la sua dichiarazione asserendo che la politica slovacca in materia di immigrazione ha lo scopo di garantire la coesione della comunità.
Ma non solo Estonia e Slovacchia corrono ai ripari. Martedì la Bulgaria ha schierato alcuni reggimenti di carri armati ai confini con la Macedonia al fine di respingere i clandestini, anche il governo di Skopje sta lottando per arginare l’ondata migratoria.
Comunque a Bruxelles non tutti dormono sonni tranquilli grazie ai soldi provenienti dalle casse saudite: pochi mesi fa Gilles de Kerchove, il diplomatico belga coordinatore dell’Unione europea nella lotta contro il terrorismo ha dichiarato:”Penso che dovremmo essere cauti visto il gran numero di migranti che arrivano in Europa, soprattutto illegalmente. Molti di coloro che si presentano come rifugiati sono jihadisti pronti ad un’azione coordinata per compiere attacchi contro i nostri paesi e uccidere innocenti”. Alle parole del diplomatico fa spesso eco il giornale belga Le Peuple che ha più volte denunciato l’immigrazione clandestina che, anche attraverso Lampedusa, approda ed invade l’Europa e causerà la nostra disfatta.
L’immigrazione illegale deve rimanere un reato, per motivi di sicurezza nazionale. Spesso i rifugiati che arrivano a Lampedusa (e altrove) con le navi gestite da organizzazioni criminali sono visti erroneamente come vittime. Gilles de Kerchove ha osservato che “è facile entrare in Europa quando ci si mescola con il flusso di migranti. Spesso si tratta di giovani uomini che arrivano in Europa senza donne o bambini (quindi non scappan oda guerre e tantomeno dalla miseria). Chi ha pagato la grossa somma che devono ai contrabbandieri per salire su queste barche? Da dove vengono? Spesso dalla Libia o dalla Siria. Chi li ha mandati?”
Tutte queste domande devono far riflettere l’Unione europea e la sua politica debole sui rifugiati. E’ tempo per l’Europa di investire massicciamente sulla protezione e sulla sua civiltà. Il coordinatore UE conclude la sua dichiarazione augurandosi che ci si possa liberare dalla “peste jihadista”.
Tornando in Francia, invece, se Hollande e Valls subiscono la loro volontaria sottomissione ad Allah, il popolo francese, animato da spirito rivoluzionario e di difesa dei suoi valori laici, libertari e democratici non ha intenzione di subire il giogo musulmano: domenica scorsa la moschea di Auch (Francia meridionale) è stata data alle fiamme da ignoti. L’incendio è stato chiaramente doloso e Hollande ed il suo governo islamicamente corretto hanno condannato l’episodio. Già stata oggetto di ritorsioni, la moschea di Auch è stata anche al centro di inchieste a ridosso degli attentati al giornale satirico Charlie Hebdo e all’Hyper Casher.
Nonostante l’allarme lanciato da più fronti, il governo fantoccio di Roma, per voce del suo presidente, al meeting di C.L. a Rimini, ha dichiarato che anche se ci rimetterà “tre voti” lui ed il suo esecutivo continueranno con la loro politica di accoglienza, ovviamente mettendo all’ultimo posto i bisogni degli italiani. C’è una remota speranza che gli italiani scendano davvero in piazza contro questa classe politica? Certo, ci si rimetterà un giorno di paga, ma quel giorno potrebbe essere un investimento per un migliore futuro dei vostri figli o dei vostri nipoti che non si chiamano Milan, Juventus o Inter. Giusto per ricordarvelo.
Impiegato presso una nota multinazionale americana, ha avuto varie esperienze di dirigenza sia in campo professionale che in campo politico.
Scrive per Milanopost ed altre testate, soffermandosi soprattutto su Israele, Medio Oriente, Africa sahariana e subsahariana. Giornalista Freelance scrive più per passione che per professione.