Boom dei cinema all’aperto Venduti oltre 50 mila biglietti nell’estate degli eventi gratuiti

Cultura e spettacolo

Milano 31 Agosto – Nuovo cinema Milano. Riapre lunedì, completamente ristrutturato e moderno, l’Ariosto. Ed è una notizia, in tempi in cui sul grande schermo milanese investono pochissimi. La sala, della parrocchia Santa Maria Segreta, sfugge all’eutanasia cui era destinata ed entra nella famiglia dell’Anteo e dell’Apollo. Genitori-gestori: Lionello Cerri e Sergio Oliva. Gli stessi che incassano l’incredibile successo estivo delle arene all’aperto. Oltre cinquantamila spettatori (paganti) nel giro di due mesi, per vedere un film sotto le stelle. Nonostante migliaia di iniziative (gratuite) del fuori Expo.

«Moltissimi spazi erano occupati. E vista la concorrenza che c’era in termini di offerta per tutta la città non ci aspettavamo certo un risultato del genere», ammette Cerri che con il suo SpazioCinema, all’Ariosto, sostituisce dopo quarant’anni la famiglia Bruciamonti. I cinema all’aperto di AriAnteo l’anno scorso erano al Conservatorio, a Palazzo Reale, all’Umanitaria e al Castello. Stavolta si sono trasferiti in location meno centrali. Al Mercato Metropolitano, seicento posti a sedere in Porta Genova («Per il successo viene prorogato fino a fine settembre», annuncia Cerri). Lì c’è stato, tra l’altro, il tripudio delle due serate «Fantascienza sotto le stelle». Per l’occasione è stato montato un proiettore analogico con lenti anamorfiche. Alla visione di 2001: Odissea nello spazio di Kubrick e Interstellar di Christopher Nolan hanno partecipato in centinaia. E poi, all’Arena civica. E ai chiostri dell’Incoronata, zona Brera, di fianco all’Anteo, in mezzo alle case: «Un sogno», lo definisce Cerri. «Il primo esperimento in Italia di multisala all’aperto, con cuffie wireless distribuite agli spettatori per la visione simultanea di due film per platee diverse».

Un azzardo anche economico perché tra strumentazione e lavori, «tra cui l’apertura di un ingresso anche su via Milazzo», è costato 130.000 euro, a fronte dei circa cinquantamila delle altre arene. Nel cortile quattrocentesco è stato piazzato uno schermo double face di 12 metri per 5, su cui ogni sera sono stati proiettati i film in tecnologia avanzatissima, 4k». Seicento posti anche qui, riempiti in media per più di metà ogni sera, «nonostante il caldo torrido di certe sere e le zanzare», sorride Cerri. Un successo. A suon di film, anche di prima visione e «del meglio della stagione», con l’exploit di «Giovinezza» di Paolo Sorrentino e «Taxi Teheran» di Jafar Panahi. Ma anche con alcune chicche giapponesi, come quelle di Yasujiro Ozu, che hanno visto formarsi file lunghissime di spettatori curiosi. «Il cinema può e deve anche educare, oltre che divertire e creare socialità».

Ora, mentre lunedì chiudono i cinema all’aperto all’Incoronata e all’Arena, apre l’Ariosto. Poltrone comfort, schermo più grande, aria condizionata, restyling dell’atrio e dei bagni, del bar. I colori dominanti, rosso e arancione, richiamano quelli dei «fratelli», Apollo e Anteo. Lì, come negli altri cinema del circuito, prime visioni, eventi, rassegne, corsi, incontri con registi e attori, concerti, proiezioni in lingua, dirette satellitari. Altrove ci saranno il Fashion Film Festival, i film sull’Arte, il Design Festival, i percorsi per le scuole. È il cinema che torna forse di moda («Per la mia generazione lo è stato sempre»), trova inedite sinergie con il teatro e altre discipline. E anche negli ex cinema di parrocchia, vuole conquistare e fidelizzare il grande pubblico. Altro che nicchia.

Elisabetta Andreis (Corriere)

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