Milano 31 Agosto – Italia, patria del buon mangiare. Ma per il cibo gli italiani spendono sempre meno. È la fotografia scattata dall’Istat, secondo cui in dieci anni (dal 2004 al 2014), la spesa media mensile delle famiglie è aumentata solo di 108 euro (+4,5), crescendo soprattutto quella per l’abitazione a causa soprattutto dell’aumento delle imposte su immobili e rifiuti.
Le spese per la casa, infatti, sono cresciute del 21,9% e assorbono il 37% del buget familiare, ripercuotendosi su tutte le altre voci. A partire dai trasporti (-36,9%), l’abbigliamento (-30%) e il tempo libero (-18,3%), infatti, gli italiani stringono la cinghia il più possibile. Anche a tavola, dove i risparmi fanno calare la spesa per i beni alimentari del 7,9%, arrivando ad impegnare appena il 17,5% del budget familiare.
Continua a crescere anche il divario di spesa tra le regioni del Nord e quelle del Sud, con il carrello della spesa del settentrione che lo scorso anno supera del 42,4% quello del meridione (2.790 euro contro 1.959 euro, con una differenza di 831 euro). A subire maggiormente questa “stagnazione dei consumi” sono quindi, ancora una volta, le famiglie del Sud. Le famiglie del mezzogiorno nel 2014 possono spendere solo 44 euro in più rispetto al 2014 (+2,3%), mentre al nord si sale a 101 euro (+3,7%). Il maggiore incremento di spesa per area geografica, invece, avviene al Centro dove, con 2.608 euro di spesa media mensile, l’aumento decennale è stato di 216 euro (+9%). Anche il paniere Istat sulla spesa annuale per i beni durevoli, infine, conferma la tendenza degli italiani a stringere la cinghia. Negli ultimi dieci anni, infatti, sono calate le spese per tutti i tipi di elettrodomestici. Gli unici incrementi si registrano su telefoni cellulari e automobili, ultimi “lussi” sui quali gli italiani non vogliono risparmiare.
Chiara Sarra (Il Giornale)
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