Milano 1 Settembre – Berlino, anno del Signore 1945, Aprile, sulle macerie del bunker del Fuhrer vigilano dei ragazzini, con dei panzerfaust in spalla con l’ultimo, fatale, ordine di abbattere i poderosi carri dell’armata rossa. La loro sorte è stata spietata. Chi non è morto subito ha subito forse il fato peggiore.
Arcore, anno del Signore 2015, Agosto, sulle macerie della Rivoluzione Liberale, vigila Therese. 31 anni, fashion blogger, armata della sua gioventù e di tanta convinzione viene nominata ultimo baluardo. Dovrà affrontare le truppe Renziane, trionfanti nel loro potere e le orde Salviniane baldanzose grazie ai loro sondaggi. E lei, sola insieme ad un’altra serie di volti nuovi, semi nuovi, usati garantiti e selezionati da esperti in televendite di pentole, è l’ultima barriera prima della resa.
La prima domanda è, ma da militanti, non sarebbe il caso, semplicemente, di arrenderci? Voglio dire, al netto della sindrome di Eva Braun, ma chi ce lo fa fare di vegliare sulle rovine di una guerra già persa? Anche perchè, ormai, la militanza non è più considerata un valore nemmeno dal capo per cui dovremmo militare. E’ un po’ come lavorare per la Apple e scoprire che il tuo capo usa un Samsung. Non è molto motivante, non trovate? Se la selezione avviene tramite casting, facciamo che i banchetti li fanno le aspiranti veline.. Ops, scusate, intendevo dire dirigenti politiche, che io ho altro da fare nella mia vita? Ma posso capire, che questo riguardi pochi di voi, quindi procediamo.
Il vero problema è un altro. Una settimana fa Silvio chiedeva idee, non primarie. Therese di idee non ne ha. Lo dice, con estrema onestà, lei. Non sa dove voglia arrivare, non ha idea di come arrivarci. Non ha chiesto lei di essere là. Lei ha solo commentato alcuni post su Facebook. Almeno non sfotte Therese, è un buon segno. Ha fatto una buona performance in tv, Therese. Il problema è che di politica è lecito dubitare che ne sappia qualcosa più di quanto appreso a Scienze Politiche. Quindi, esattamente, come ci si può illudere che possa rappresentare qualcuno? Non è nemmeno un’esponente della mitica società civile. Ha solo un bel profilo ed uno sguardo profondo. A me pare vagamente poco. Non so a voi.
La netta sensazione è che, ormai, dalle parti di Arcore non ci provino nemmeno più a nasconderlo. Fa strada solo chi non può fare danni. Ovvero quelli che si possono far sparire senza clamori in caso di problemi. O al cambio stagione. Tutta gente senza un filo di notorietà personale. Specchi per la luce dell’Imperatore, che così non ha nulla da temere. E nulla da sperare. Una classe dirigente di soldati di terracotta, belli, ordinai, silenti e pronti per essere sotterrati alla morte del Divino. Su Milano abbiamo persone di spessore, gente in grado di dire qualcosa al Paese. Qualcosa di Liberale. Gallera e De Pasquale, per esempio. Se non siete di Milano, magari non ne avrete mai sentito parlare. Però a breve di Therese saprete tutto. E potrete riassumere questo “tutto” in due righe di biografia. Questo è il problema.
Magari mi sbaglio, magari Therese è la nuova Thatcher. Chi lo sa. Io glielo auguro. Di certo un partito che seleziona così la sua classe dirigente assomiglia molto di più alle macerie di Berlino nel 45 che alla Londra dinamica ed agguerrita degli anni 80.

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.