Milano 7 Settembre – Finora erano solo indiscrezioni, ora invece è la direttrice dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, a indicare le dimensioni del fenomeno: secondo l’ultima rilevazione sono circa 10 mila le richieste di adesione alla voluntary disclosure — la sanatoria che permette a chi detiene capitali all’estero di nascosto al Fisco di mettersi in regola — contro le sole mille del maggio scorso. Orlandi ha anche spiegato che «abbiamo milioni di informazioni, di dati che fino a pochi mesi fa erano segreti. Questo cambiamento sta rivoluzionando il mondo, e su questo vogliamo avviare anche in Italia la lotta all’evasione».
Le stime
Gli addetti ai lavori stimano che le richieste potrebbero arrivare nelle prossime settimane a 100 mila. La finestra per mettersi in regola si chiude il 30 settembre, anche se c’è un rincorrersi di voci non confermate di un possibile slittamento. Un fatto però è ormai assodato e lo spiega Orlandi: «Il cambiamento più grande a livello fiscale non è a livello italiano, ma mondiale. La novità degli ultimi mesi è infatti il tentativo di tutti gli Stati, a partire dagli Usa, di diffondere le informazioni sull’evasione. C’è un sistema automatico e con flussi continui e strutturati tra tutti i paese dell’Ocse, e questa è una rivoluzione». «L’Italia — ha aggiunto — ha già firmato molti accordi di questo tipo». A cominciare dall’intesa con la Svizzera, che prevede lo scambio automatico di informazioni secondo lo standard Ocse a partire dal 2018 con riferimento alle attività finanziarie detenute nel 2017, e che sancisce la fine del segreto bancario.
La voluntary disclosure, che comporta il pagamento di tutte le tasse evase ma una riduzione delle sanzioni, si presenta come l’ultima occasione per far emergere i capitali detenuti all’estero di nascosto al Fisco. Chi non vi aderirà dovrà fare i conti anche con il reato di autoriciclaggio. I paradisi fiscali tradizionali stanno di fatto scomparendo e il Fisco ha ormai strumenti di indagine sempre più sofisticati, a cominciare dall’incrocio delle banche dati. Restano però dei problemi, come sottolineato da Orlandi: «Ogni anno l’Agenzia delle entrate fa un numero enorme di denunce penali per evasione, più di 20 mila l’anno. Ma se non c’è un sistema che le porta in fondo, è come non farne nessuna, stiamo solo ingolfando la giustizia». (Corriere)
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845