Milano 7 Settembre – Alcune premesse. Lo status di profugo non si ottiene con i punti del supermercato né con la benedizione di Babbo Scalfari. Si ottiene dopo un processo. A volte semplice, come nel caso dei Siriani, a volte difficile come nel caso di molti Africani. Mai scontato, in ogni caso. I diecimila Siriani che la Merkel sta accogliendo con altissima probabilità sono tutti onesti cittadini in fuga. Non dalla guerra, in molti casi, ma la guerra è certo il motivo per cui fuggono. Questi diecimila. Sia chiaro. I prossimi non si sa chi saranno. Ultima precisazione, non si sentiva un applauso tanto fragoroso ed insensato dalla guerra di Troia. E per gli stessi motivi, peraltro.
Premesse finite. Cos’è successo alla Cancelliera di Ferro nel breve lasso di tempo tra quando spiegava, con sano realismo, alla bambina Palestinese che non si potevano accogliere tutti e quando ha aperto le frontiere a chiunque scappi dalla Siria? Si avvicinano le elezioni. Nel 2016 ci saranno una serie di importanti appuntamenti, tra cui Berlino. E la Merkel si giocherà la candidatura per il 2017. quindi una posizione sulla tragedia dei candidati profughi andava presa. Così la Cancelliera, in due tempi, si è liberata di un sacco di problemi. In primis, ha detto che accoglierà tutti i Siriani in fuga. Il che sistema diverse questioni. Intanto i profughi Siriani che riescono fisicamente ad arrivare sino in Germania sono numericamente pochi. Berlino è circondata da Paesi dell’Est che non gradiscono flussi incontrollati. Inoltre la route Balcanica è lunga e perigliosa. Viene intrapresa da molte persone, è vero, ma il flusso è lento e costante. Facile da gestire. Inoltre i Siriani di solito hanno documenti, prove del luogo di provenienza e gran poca voglia di farsi mantenere a vita. Chi fugge è chi aveva dei danari. È la borghesia. Non è esattamente quello che sbarca a Lampedusa, per capirci. Quindi, con abile mossa, la Merkel si accaparra la parte migliore del flusso. In secondo luogo, la Siria è uno stato laico. Chi arriva, sempre probabilisticamente, non è un terrorista od un estremista. La mossa, insomma, era nel solco del “non possiamo accoglierli tutti” più precisamente nella sezione “vorremmo solo i migliori, grazie”. Infine, c’è da considerare che la Germania era comunque una meta ambita. Tanto valeva dire subito chi si voleva.
Stava andando tutto bene, fino a quando in pochi giorni non c’è stata la foto del piccolo Aylan morto e la carica dei diecimila sul confine Ungherese. Lì il geniale piano si è scontrato contro la pietà popolare. Ed il cardinal Richelieu si è dovuto arrendere a D’Artagnan. La casalinga di Monaco, con gli occhi ancora bagnati di lacrime materne, ha applaudito festante all’arrivo di massa. Forse è persino andata a prenderseli in macchina. Il che crea un clima bellissimo e commovente, ma anche il più grande incubo per i servizi di sicurezza Tedeschi. L’Isis sa da dove entrare. Non è difficile. Basta rimandare i foreign fighters in Europa attraverso Berlino. E là coordinarsi. È l’incubo Ceceno che si ripete, fatto esplodere il bubbone ci troveremo l’infezione in tutto il continente. Ed ormai la Cancelleria non può fare marcia indietro. La Gran Bretagna, sentita l’ondata di isteria collettiva, ha deciso di prendersi i suoi 15 mila dai campi Onu. Tanto per andare sul sicuro. I paesi dell’Est, che di invasioni ne hanno avuto abbastanza, hanno salutato tutti e se ne sono andati dal tavolo.
Ora la palla è in campo Tedesco. Diventato una potente calamita per disperati, avventurieri e trafficanti. Il politico pensa alle prossime elezioni, lo Statista alle prossime generazioni, diceva De Gasperi. Il politicante pensa come, alla e in funzione della casalinga di Voghera, aggiungo io. Con la piccola postilla che nessuna buona massaia lascia la porta aperta ed il frigo pieno nel buio di una notte senza stelle, in caso qualche vagabondo abbia fame.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,