Milano 8 Settembre – Quanto mi resta da vivere in buona salute? Sono molte le domande che ci poniamo su medicina, malattie, salute e longevità, ma questa le riassume tutte. La risposta ha a che vedere con la nostra età e con il nostro stile di vita, naturalmente, ma due nuovi studi sottolineano l’importanza del corredo genetico.
In particolare la risposta sarebbe da cercare in una “firma” di 150 geni in base ai quali sarebbe possibile determinare l’età biologicadi una persona, che può essere diversa dalla sua età anagrafica, e rappresenta una misura migliore per determinarne la salute. Lo sostengono gli autori di uno studio appena pubblicato sulla rivista Genome Biology, che hanno analizzato il materiale genetico di persone sane di 65 anni di età, alla ricerca di geni che indicassero che stavanoinvecchiando in buona salute.
Gli scienziati del King’s College di Londra hanno trovato 150 geni che hanno usato per calcolare quello che hanno definito il “punteggio genetico di invecchiamento sano” di una persona. Per verificarne l’affidabilità, gli autori hanno poi testato il loro metodo su un gruppo separato di partecipanti, tutti sui 70 anni di età, e hanno scoperto che i punteggi più elevati erano associati a una migliore salute, compresa una migliore salute cognitiva. In particolare, hanno trovato che i pazienti con diagnosi di malattia diAlzheimer avevano punteggi genetici di età più bassi rispetto alle persone sane.
Sono andati oltre gli autori di un altro studio internazionale, pubblicato sull’International Journal of Epidemiology, che hanno voluto verificare quanto suggerito da diversi studi precedenti, e cioè se le persone più intelligenti vivono più a lungo. In praticolare quello che volevano scoprire è se questa associazione dipende dal fatto che le persone con un’intelligenza superiore hanno uno status socioeconomico migliore, che quindi gli consente di vivere meglio, o se sia indipendente dallo stile di vita e collegata esclusivamente a una preziosa eredità genetica.
“Sono almeno 10 anni che sappiamo che le persone più intelligenti vivono più a lungo”, spiega Rosalind Arden, ricercatrice associata presso la London School of Economics e co-autrice dello studio. “Il senso comune suggerisce che le persone più intelligenti tendono a evitare di posti di lavoro scadenti e a vivere una vita relativamente protetta“. Ma studi sui gemelli hanno rivelato che le differenze ambientali non c’entrano con il legame tra intelligenza e longevità. Arden e colleghi sono tornati sull’argomento e hanno scoperto che nei gemelli non identici, che condividono un vissuto comune e sono cresciuti nello stesso ambiente, il gemello più intelligente ha più probabilità di vivere più a lungo, mentre nei gemelli identici non vi era alcuna associazione tra la longevità e intelligenza. Le scelte di vita, a quanto pare, rappresentano solo il 5% della differenza legata all’intelligenza, il restante 95% è genetico.
Dalle pagine del Guardian Arden però avverte: “Dobbiamo essere umili rispetto alla nostra interpretazione di questi risultati. E’ scientificamente interessante che l’intelligenza sia in gran parte genetica e ha implicazioni per la demenza e l’invecchiamento. Manon si può estrapolare sugli individui. L’intelligenza può essere in gran parte ereditata, ma quanto a lungo si vive dipende da molti fattori e l’intelligenza è solo una piccola parte. Quindi, se si hanno cinque bambini tutti diversi tra loro, non si può dire che uno vivrà fino a 90 anni e l’altro solo fino 40 perché hanno avuto risultati diversi nei test cognitivi”.
Ma se il ruolo dell’intelligenza non è quello di procurare una vita migliore, allora esattamente perché le persone più intelligenti vivono più a lungo? L’ipotesi degli autori è che le persone che hanno geni che li rendono intelligenti abbiano anche geni che rendono il loro corpo più sano. Oppure può essere che l’intelligenza e la longevità siano entrambe sensibili all’insieme delle mutazioni e che quindi persone con un minor numero di mutazioni genetiche siano più intelligenti e vivano più a lungo.
Se la dotazione iniziale ha la sua importanza, quindi per esempio venire da una famiglia longeva fornisce una marcia in più, sono molti i fattori ambientali che possono interferire anche con il miglior corredo genetico. Primo tra tutti il fumo e a seguire alcol, dieta ed esercizio fisico. Insomma, qualunque sia la mano di carte che vi hanno servito, come le giocate continua a fare una certa differenza.
Marta Bonadonna (Panorama)
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