Milano 10 Settembre – Scioglimento dei matrimoni religiosi e unioni civili. Due rivoluzioni nello stesso giorno? È di sicuro una rivoluzione quella di papa Francesco che con due lettere scritte “motu proprio” riforma di fatto, dopo tre secoli, la Sacra Rota e il suo operato. Francesco spiega che la “preoccupazione per la salvezza delle anime” rimane “il fine supremo delle istituzioni, delle leggi e del diritto della Chiesa: per questo si è sentito in dovere di intervenire”. Lo scioglimento del vincolo matrimoniale sarà più semplice e meno costoso, secondo Francesco, nel caso in cui la “nullità” sia evidente. Perché ci sia un processo canonico più breve, però, dovrà essere provata la mancanza di fede, la brevità della convivenza, un aborto procurato per impedire la procreazione, il permanere di una relazione extraconiugale, l’occultamento della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione o persino se ci si è sposati per una gravidanza imprevista. A dichiarare la nullità sarà il vescovo non più gli uffici della Curia perché il papa vuole che ci sia “giudice unico, comunque chierico” e che “non si indulga a qualunque lassismo”. Quindi un solo grado di giudizio con maggiore rapidità (massimo un anno) rispetto agli attuali dieci anni ed inoltre il processo deve essere gratuito “per quanto possibile, salva la giusta e dignitosa retribuzione degli operai dei tribunali”. Fermo restando il matrimonio un sacramento che unisce due persone di sesso diverso in un vincolo indissolubile, cambia l’iter per riconoscere nullo un’unione non valida. Può sembrare una contraddizione che però si spiega con la necessità del papa di “riempire” la sua Chiesa, di non allontanare chi sbaglia ma è cattolico e nel suo intimo vorrebbe essere più vicino ai sacramenti ma fino ad oggi è formalmente “indesiderato”. E allora viene da chiedersi: non sarà troppo facile il percorso per arrivare sull’altare e dire quel “sì” soltanto teoricamente, per sempre? Non sarà troppo poco essere battezzati e fare un corso prematrimoniale, pur senza avere alcuna vocazione spirituale, per avere diritto a quella suggestiva celebrazione dentro una chiesa? Anche perché il celebrante è un testimone della promessa che i due sposi si fanno davanti a Dio e quindi sono loro a dover essere convinti e consapevoli. Certo è che la semplificazione dell’annullamento del vincolo da parte della Sacra Rota è un altro argomento “caldo” che il Sinodo di ottobre insieme alla comunione ai divorziati di cui già il Papa aveva parlato dovrà affrontare e che probabilmente i vescovi più “conservatori” della Chiesa non accetteranno con facilità. E mentre papa Francesco pensa al matrimonio religioso tra due persone di genere diverso e la commissione Giustizia di Palazzo Madama esamina gli emendamenti al ddl sulle unioni civili, arriva l’interferenza dell’Unione europea affinché il governo conceda agli omosessuali il matrimonio. L’Europarlamento, infatti, ha chiesto a nove Stati membri, tra cui l’Italia, di “considerare la possibilità di offrire” alle coppie gay istituzioni giuridiche come “la coabitazione, le unioni di fatto registrate e il matrimonio”. Anche qui l’obiettivo è facilitare le procedure burocratiche per il riconoscimento del nuovo genere. Insomma scioglimenti religiosi e unioni laiche, matrimoni diversi in una società che cambia. Non necessariamente in meglio…
Sarina Biraghi (Il Tempo)
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