Milano 10 Settembre – Ecco un potente discorso pronunciato da una siriana a Belgrado per denunciare i falsi rifugiati e l’Occidente durante l’evento organizzato dal Movimento Nazionale serbo Obraz domenica scorsa.
“Le persone che vedete nelle strade di Belgrado in viaggio per la Germania o l’Olanda, non sono vere siriani. Permettetemi qualche domanda: se l’Occidente non vuole che i rifugiati periscano in mare, perché non cancellano le sanzioni contro il popolo siriano, che è già costato 143 miliardi di dollari alla Siria? Perché non si aiutano i siriani a rimanere nel proprio paese per aiutare l’esercito siriano a sbarazzarsi dei terroristi e di fare della Siria un paese di nuovo sicuro? Perché il resto dei siriani restano e resistono?
Restano in Siria quelle persone che possono e vogliono ricostruire il paese. L’Occidente invece vuole distruggere la Siria e il popolo siriano. Da un lato, si vogliono importare i medici siriani e i loro migliori studenti e questo causerà una fuga di cervelli, d’altra parte, l’Europa vuole manodopera a basso costo per imporre salari più bassi.
Finora, abbiamo perso centomila soldati che hanno combattuto contro gli estremisti. Non ho sentito l’Occidente piangere per coloro che hanno dato la vita per difendere la nazione lasciando dietro di sé lutti e famiglie che hanno bisogno di aiuto.
E d’altra parte si sta cercando di aiutare le persone che fuggono dal loro paese. Molti di loro sono jihadisti e, per di più, sono pagati migliaia di euro per questo.
Lasciate che vi dica che i soldi che spendono per venire in Europa sono abbastanza per comprare una casa in un luogo sicuro, in Siria, per una famiglia di cinque persone, per aprire una piccola impresa e vivere bene. Questi non sono profughi. Si tratta di migranti economici.
Le nostre coste sono molto ben custodite e non uno solo migrante si imbarca dalla Siria. Un altro motivo è quello distruggere i cristiani della Siria che storicamente è stata una delle prime terre cristiane. Quello che abbiamo oggi in Siria è simile a ciò che si è avuto prima in Serbia. Il loro obiettivo: la nostra identità, la nostra unità e la sovranità.
Cari amici, io sono qui insieme al popolo siriano orgoglioso di parlare con voi circa la situazione nel mio paese, che è anche importante per la Serbia. Alla luce di quello che abbiamo oggi, i nostri problemi erano inezie così abbiamo deciso di trovare una soluzione alla burocrazia contrastando la corruzione in alcuni settori. Non conoscevamo l’ingiustizia, il terrorismo e la criminalità. Abbiamo lavorato duramente negli ultimi dieci anni prima della guerra e avevamo fatto grandi progressi. C’erano cose importanti che la Siria non aveva prima di questa guerra. Abbiamo una profonda identità nazionale. Le persone che vedete nelle strade di Belgrado in viaggio per la Germania o l’Olanda, non sono vere siriani. Non fraintendete quello che dico, io amo la mia gente, che si batte per la Siria, per il nostro paese ma perché il resto dei siriani restano e resistono?
Voglio sottolineare che le nazioni, serba e siriana, sono sempre state amiche. Abbiamo un grande rispetto per la comunità ortodossa. La Siria non ha mai riconosciuto l’indipendenza del Kosovo e abbiamo molti nemici comuni. I terroristi che combattono in Siria sono gli stessi che combattevano insieme ai terroristi albanesi del Kosovo che ora stanno uccidendo civili in siriani. E questo è reso possibile attraverso gli stessi politici corrotti negli Stati Uniti, i loro alleati all’interno dell’UE ed i loro complici qui in Serbia.
Cari amici, vi chiedo oggi è di essere con noi come popolo. Essere con noi, col nostro esercito e la nostra giusta causa, perché se perdiamo questa guerra i jihadisti non si fermeranno in Siria
Insieme, noi resisteremo fino alla vittoria.
Grazie!”
Serve aggiungere altro?
Impiegato presso una nota multinazionale americana, ha avuto varie esperienze di dirigenza sia in campo professionale che in campo politico.
Scrive per Milanopost ed altre testate, soffermandosi soprattutto su Israele, Medio Oriente, Africa sahariana e subsahariana. Giornalista Freelance scrive più per passione che per professione.