Milano 14 Settembre – Con 525 voti favorevoli, 70 contrari e 31 astenuti, il Parlamento Eurabico, formalmente definito europeo, ha approvato la marchiatura dei prodotti israeliani della Giudea e della Samaria, riportando le lancette del tempo indietro di oltre 70 anni. Oggi come allora i movimenti antisemiti, ieri il nazismo, oggi l’islamic politically correct, hanno promulgato una risoluzione che mira a marchiare Israele e, presto, tutta la popolazione ebraica. L’Europa, con questa risoluzione cessa di esistere divenendo di fatto Eurabia. Quanta ipocrisia nel commemorare il Giorno della Memoria! “Mai più!” esclamavano i parassiti dei popoli europei, al fine di accaparrarsi i voti delle comunità ebraiche dei loro paesi. Ed ora a queste comunità ebraiche chiedo: visto che bel risultato? Complimenti!
Principali autori del ritorno alle leggi razziali in chiave antiebraica sono gli stessi che condannavano il nazional-socialismo ed il fascismo: le sinistre europee. Pd, PS e i loro degni compagni del resto dei paesi membri capeggiati dall’amica del terrorista Yasser Arafat, Federica Mogherini, capo della diplomazia europea degna allieva del suo predecessore tedesco Joachim Von Ribbentrop.
Ma non è solo l’Europa a sottomettersi ai voleri dei loro signorotti islamici, anche l’ONU con la risoluzione votata giovedì scorso con 119 voti favorevoli, 8 contrari e 45 astensioni, ha autorizzato allo “stato dell’isola che non c’è” ossia la Palestina, di poter far sventolare il suo vessillo dinnanzi al Palazzo di Vetro. L’ambasciatrice statunitense presso le Nazioni Unite Samantha Power ha detto che “issare la bandiera palestinese non sostituisce negoziati tra Israele e palestinesi”. Gli europei, in questo frangente hanno dimostrato che l’Eurabia però non è ancora completata votando in maniera scomposta dopo gli sforzi per trovare una posizione comune. La Francia dell’islamicamente corretto Hollande ha votato favorevolmente, così come la Svezia; la Germania si è astenuta insieme all’Austria, la Finlandia, i Paesi Bassi e Cipro. L’ambasciatore francese Francois Delattre ha dichiarato che “questa bandiera è un simbolo potente, un barlume di speranza per i palestinesi in un momento in cui il processo di pace è fallito”
La risoluzione chiede inoltre che le bandiere dei Paesi non membri dell’ONU e con lo status di osservatori possano essere issate presso la sede della Nazioni Unitie di New York insieme ai vessilli dei paesi membri. Godono di questo “status” di osservatori il Vaticano e, dal Novembre 2012, la Palestina che dovrebbe far sventolare, per ragioni storiche, l’aquila imperiale romana anziché il neo vessillo da sempre in odore di nazional-socialismo.
Benvenuti, quindi, nel passato: il cancelliere tedesco ha sottomesso i popoli europei con la guerra lampo degli spred, cancellando gradualmente la sovranità degli stati assoggettati ed imponendo l’invasione del suoi vecchi alleati islamici. Sorge un solo dubbio: l’inno di Eurabia sarà ancora “Deutschland Deutschland uber alles” o “Islam Islam uber alles”?
Impiegato presso una nota multinazionale americana, ha avuto varie esperienze di dirigenza sia in campo professionale che in campo politico.
Scrive per Milanopost ed altre testate, soffermandosi soprattutto su Israele, Medio Oriente, Africa sahariana e subsahariana. Giornalista Freelance scrive più per passione che per professione.