Rinchiusi nel metro di notte: l’incubo (a lieto fine) di 4 giovani romani

Cronaca

Milano 15 Settembre – «Roma di notte è così, non c’è nessuno e niente funziona. E se ci fosse stato un turista al mio posto, come si sarebbe salvato?». Lorenzo R., laureando in Scienze Politiche a La Sapienza, ha vissuto l’incipit del più classico film horror: è rimasto prigioniero – a notte fonda – di una stazione della metro di Roma. Il giovane di 22 anni tornava sabato da una serata trascorsa a San Lorenzo insieme agli amici. Per Lorenzo è scattato quindi il conto alla rovescia: quella corsa contro il tempo obbligatoria per lui e gli altri «nottambuli» contro la serrata capitolina, il drammatico momento in cui trovare un mezzo pubblico funzionante è come vincere alla lotteria. Rapido fino a Termini, per l’ultimo treno direzione Battistini alle ore 1.47. Pochi minuti di viaggio ed eccolo a destinazione.

Stazione Flaminio, a un soffio da piazza del Popolo, nel cuore pulsante della movida della Capitale. «Stavo camminando verso l’uscita quando tre ragazzi che erano a bordo del vagone con me, sono tornati indietro nel tunnel», spiega Lorenzo. Dai compagni di sventura l’annuncio choc: siamo chiusi dentro. Ore 1.55, cancello serrato, non una sola anima a vagare nel piazzale che, alla luce del giorno, pullula di migliaia di turisti. «Ho avuto un attimo di panico, fortuna che non ero solo. Mi è montata una rabbia però: voglio dire ma com’è possibile che Atac non si coordini per la chiusura delle stazioni?», si chiede lo studente, amareggiato ma già tornato ai suoi studi in vista della tesi. I quattro sfortunati utenti si sono attaccati ai cellulari: prima un sos al 112, ma «nessuna risposta, anzi riattaccavano». Poi al 113. Niente. «Iniziavo a pensare che avrei dormito lì, ci siamo detti che almeno il 118 avrebbe risposto. Ma prima abbiamo riprovato con la polizia», ripercorre quei trenta minuti di odissea Lorenzo.

«Dov’è che siete?!», incredulo persino l’operatore della Questura. Pochi minuti dopo è arrivata una pattuglia di vigilantes Sipro a soccorrerli. Ore 2,25. Lorenzo era salvo, per gli altri «prigionieri» treni e bus di coincidenza saltati e una notte ancora lunga. «Io abito a Flaminio, quindi ero arrivato. Ma mi chiedo: come avrebbe fatto un turista? E una donna sola? Come hanno fatto a chiudere una stazione senza sapere che sarebbe passato un altro treno?» sottolinea il 22enne che, alla fine dei suoi studi, ha già un futuro alternativo alla politica: «mai l’assessore ai trasporti, ma in caso cancellerei l’Atac!». (Corriere)

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