Milano 17 Settembre – Sarebbe decisamente singolare se dopo aver spaccato la sinistra Matteo Renzi riuscisse a far ricoagulare il centrodestra. L’impresa è difficile ma, a quanto sembra, il premier sembra ben deciso a realizzarla.
Sulla spaccatura della sinistra c’è ben poco da dire. L’operazione è di fatto riuscita. Comunque vada a finire la riforma del Senato (ed è difficile che finisca con la rottura interna e con una crisi destinata a sfociare nelle elezioni anticipate), la spaccatura tra renziani ed antirenziani si è definitivamente consumata. Sarà pure vero che per amore della Ditta Pierluigi Bersani eviterà di compiere passi estremi, ma la separazione in casa prelude quasi sempre al divorzio. E se quest’ultima opzione, a dispetto delle smentite, sembra aver convinto Massimo D’Alema, si può stare certi che la prospettiva del divorzio sia ormai certa. A D’Alema tutto si può rimproverare, tranne la mancanza di determinazione.
Diverso, invece, il discorso sulla eventualità che il comportamento di Renzi diventi il motore di una sostanziale ricomposizione del centrodestra. Fino ad ora il Presidente del Consiglio non ha avuto difficoltà nel frantumare lo schieramento moderato utilizzandone i pezzi che gli servivano. Ma adesso che appare come il cosiddetto Partito della Nazione non possa imbarcare tutti i fuoriusciti dal centrodestra ma solo una parte ristretta di essi, il gioco cambia radicalmente verso. Gli esclusi capiscono che per loro non c’è alcun futuro. E chiedono a gran voce che, in cambio del loro voto a favore della riforma del Senato, Renzi accetti di modificare l’Italicum passando dal premio di maggioranza alla lista al premio di maggioranza alla coalizione.
Nessuno può immaginare che la questione possa diventare la buccia di banana destinata a far scivolare rovinosamente il Governo. Di sicuro, però, è la miccia destinata a far esplodere il Nuovo Centrodestra dove Angelino Alfano ed i suoi pochi garantiti da Renzi si trova costretto a fronteggiare il fronte degli esclusi capeggiato da Quagliariello e Schifani. E dove potrebbero mai andare i nemici di Alfano il giorno in cui decidessero di non tradire la loro identità di centrodestra se non in un rinnovato centrodestra stesso?
Arturo Diaconale (L’Opinione)
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