Eppure Pisapia e la sinistra dovranno prima o poi guardarsi allo specchio…

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Milano 21 Settembre – Eppure Pisapia e la sinistra dovranno prima o poi guardarsi allo specchio. Eppure prima o poi dovranno capire che non basta parlare e incensarsi e cercare di prendere in giro i milanesi con dei bla bla bla alti e solenni di retorica, lontani anni luce dalla realtà. Eppure dovranno sviluppare qualcosa che assomigli alla riflessione e alla presa d’atto che il loro modo di governare Milano non piace e non corrisponde alle esigenze dei cittadini.

Eppure qualcuno a sinistra dovrebbe chiedersi come mai i comitati di protesta nascono come funghi. Come mai della loro politica sono felici solo i Rom e pochi altri fidelizzati a tal punto che non sanno neppure fare autocritica? Come mai le contraddizioni tra le intenzioni di una campagna elettorale falsa e i fatti di una gestione inetta non sono lì a gridare l’evidenza di un fallimento?

La sinistra continua a cantare le lodi di un Pisapia che fa la verginella ritrosa, che si lascia adulare, che si ritiene una specie di re Sole tra poco in esilio. Ma “Credo e spero che non solo a Milano ma in tutto il Paese ci sia una maggioranza larga di un centrosinistra aperto che si assuma le responsabilità di governo e soprattutto abbia la consapevolezza che solo uniti si vince e solo uniti si governa e si governa nell’interesse della nostra Milano. C’è una grande coesione della coalizione”, dice Pisapia. Una responsabilità e una coesione che, qualsiasi cosa dica Pisapia, a Milano non s’è vista. E Cuperlo, riferisce il Giorno,  evidenzia “Mi ha fatto molto piacere che anche il segretario del mio partito nel discorso a chiusura della festa nazionale dell’Unita’ abbia riconosciuto al sindaco di Milano un ruolo e una funzione preziosa non solo dentro i confini di questa grande capitale europea ma gli abbia riconosciuto anche il contributo che ha dato a un centrosinistra di governo autorevole, credibile”. Aggettivi fuori luogo, fuori contesto. E poi l’invito ormai stucchevole a ripensarci, ” Pisapia ha chiuso un ciclo e ne ha aperto uno nuovo, in quella magica piazza Duomo quattro anni fa, ha amministrato e sta amministrando questa citta’ con grandissima capacita’ e forza. Ha un consenso largo e ovviamente decidera’ lui cosa vuole fare da grande”. Eppure la grandissima capacità la vedono in pochi, il consenso largo sta nella loro immaginazione e molti sperano che da grande ritorni a fare l’avvocato: Milano non è cosa sua.

 

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