Area C : un tesoro che vale 256 milioni in tre anni

Cultura e spettacolo

Milano 26 Settembre – Che l’istituzione dell’AreaC fosse semplicemente una furbata, un modo per guadagnare soldi, era platealmente evidente per il centrodestra. Alla luce di un bilancio triennale è altrettanto plateale che le promesse di abbassamento dei valori inquinanti non s’è verificato, che molti negozi hanno avito un notevole decremento dei guadagni, che i milanesi tutti hanno sborsato fior di quattrini e sopportato disagi a non finire. I numeri li riferisce Claudio Osmetti su Libero: “Milioni, stando alle cifre diramate ieri dall’ex vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato. Sì, perché in tre anni – da quando cioè nel 2012 la giunta arancione ha introdotto il pedaggio urbano a ridosso della cerchia dei Bastioni – le sanzioni emesse sono state ben 2.303.965. Di cui: 761.647 nel 2012; 664.226 nel 2013; 568.676 nel 2014 e 309.416 nel 2015 (il dato di quest’anno, ovviamente, è parziale e relativo solo al primo semestre: c’è da attendersi, insomma, che la cifra in questione raddoppi entro dicembre). Calcolatrice alla mano, e stimando che ogni multa ha un importo di 81 euro, come sottolinea De Corato, il totale è di quelli che lasciano stupefatti: oltre 186 milioni di euro (186.621.165, per la precisione). Ma non è finita qui. Gli introiti di Area C riguardano anche i ticket pagati dai milanesi, all’anno si stima qualcosa come 20 milioni. Morale della favola: il «giro di affari» di AreaC potrebbe valere, almeno sulla carta, oltre 256 milioni di euro  «Queste cifre riguardano le multe emesse, ma non sempre vengono pagate nei termini previsti e in questo caso subentra addirittura la mora», chiarisce De Corato, «se poi in Comune non sono capaci di incassare è un’altra questione». «Dubito che il Comune di Milano riuscirà a riscuotere 186 milioni di euro di multe, visto che spesso sono emesse a carico di stranieri o su macchine di cui è difficile risalire all’intestatario», fa eco Fabrizio De Pasquale (Forza Italia): «Anzi, il rischio per il Comune è che questa vicenda si tramuti in una beffa: Palazzo Marino deve fronteggiare una spesa postale considerevole per spedire le multe e le relative cartelle esattoriali a chi ha commesso un’infrazione, col pericolo che poi un numero considerevole non paghi quanto dovuto. E se da un lato Area C ha incrementato gli incassi del Comune dall’altro non ha migliorato la qualità dell’aria perché la curva dell’inquinamento di Milano segue esattamente quella dei Comuni vicini che non hanno introdotto misure di limitazione del traffico, basta comparare le tabelle Arpa della città con quelle di Pioltello, tanto per dirne una». Si potrebbe aggiungere che Milano è tra le città più inquinate d’Europa e che tutte le motivazioni di Pisapia allora strombazzate erano e sono aria fritta. Ma la domanda finale sembra scontata.

“ Dove vanno a finire tutti questi soldi ? Quali le ricadute utili ai milanesi ? ”

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