Milano 26 Settembre – Il che spiega ampiamente perché agli Italiani non interessi e sia un bersaglio di Renzi. In realtà, ad essere precisi, agli Italiani non interessa più nulla della politica da quando non c’è più Berlusconi. Non so se l’avete notato anche voi, ma il tanto vituperato Silvio era l’ultimo collante della baracca. Io di certo l’ho notato. Un piccolo antefatto, questo articolo è fortemente autobiografico. Dal 2009 al 2014 ho frequentato assiduamente gli studi televisivi della più grande Tv del Nord Est. Uno dei pochi posti dove il talk show ha mantenuto un senso ed una dignità, Telenuovo. Ho visto di persona quello che vi racconterò.talk show
L’esordio, lo ricorderò sempre, era su Silvio a Casoria, da Noemi. La prima. La nipotina ideale. La fabbricatrice del Papi. C’erano ancora destra e sinistra. Ci si poteva dividere a metà, mezzo studio da una parte e mezzo dall’altra. Io avevo contro due consiglieri regionali ed un deputato. Ma il vero, grande e meraviglioso scoglio erano le telefonate da casa. Una miniera inesauribile di freschezza. Quello che oggi si lamenta, la ripetitività dei talk, veniva annullato dal brivido della diretta. La Gabbia, Quinta colonna e programmi andanti, hanno tutto programmato. Ogni intervento è scelto, setacciato, qualche volta persino preparato. A Telenuovo no. Non sai chi c’è dall’altra parte del telefono. E gli spettatori che chiamano sono sacri. Si preparano, sapete? Non si prende la linea a caso. Bisogna tentare e ritentare anche ore prima. E tu, onorevole, consigliere o che altro, puoi solo tacere ed ascoltare. La parentesi è importante, spiega la differenza essenziale tra il locale ed il nazionale.
E così, alla mia prima puntata, fui buttato in pasto a politici esperti ed a cittadini scafati. Fu meraviglioso. A differenza di un Ballarò qualsiasi, era sangue ed arena. Il conduttore aveva la frusta. Giannini sarebbe durato sei secondi netti. Lottavamo perchè ci credevamo. Negli anni ho visto morire il mio partito. Ho visto tre scissioni. Ho visto gente che era seduta a fianco a me andarsene dall’altra parte dello studio. Tanta gente. Poi, un giorno, improvvisamente, non c’era nemmeno più “un’altra parte”, non sapevamo più dove sederci. Era l’inizio della fine. E la gente da casa se ne è accorta. Quello che si è perso nei talk politici, che li rende ormai obsoleti è proprio questo. La gente. Il telefono aperto ed il rischio della bestemmia in diretta. Le telecamere rigorosamente spente fuori onda. (Era la tv di Germano Mosconi. Non credo di dover aggiungere altro). Ma ho visto anche il lato oscuro della televisione. L’interesse che scema. L’apatia. Ho visto morire un paese che si è ucciso di overdose mediatica. Quando il politico è diventato virtuale, suppergiù con l’avvento dei grillini, la tv ha smarrito la sua anima. A livello locale resiste perchè ha i microfoni aperti e l’aria gira ancora. A livello nazionale no.
Non ha certo aiutato che i conduttori fossero tutti, rigorosamente, di una sinistra chiusa in se stessa. Priva di ogni vero dialogo con l’esterno. Non ha aiutato che disprezzassero tutti, incondizionatamente, il popolo che dicevano di servire. No, non ha aiutato. Il problema è che quel genere di programmi sono vitali per consentire il ricambio generazionale. Non che le nuove generazioni abbiano prestazioni da record, sia detto tra noi. Ma come dar loro torto? Ormai è come parlare al citofono. Ti sentivi più al centro del Mondo da Telenuovo. Perchè il Mondo era là, al telefono, a chiederti quanto ti pagasse Berlusconi per difenderlo. O a dirti che eri troppo giovane per parlare di qualsiasi cosa. Soprattutto dei giovani. Dobbiamo salvare i talk da se stessi. Aprire le porte e far entrare un pubblico vero. Pensante e parlante. Con le sue incertezze in Italiano, i congiuntivi che non quadrano e persino rischiando la punteggiatura alla Veneta (ovvero la bestemmia come collante della frase). Altrimenti il confronto politico si farà solo in due posti. Nelle segrete stanze, dove regnano i Verdini e nei deliri dei blog, dove regna Grillo. Io non mi sentirei a casa in nessuno dei due posti. E voi?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,