Un invito al Centrodestra: Chi dorme non piglia pesci. Anche a Milano

Attualità Milano

Milano 26 Settembre – Leggi e pensi..avrei voluto scriverlo io quell’articolo, così incisivo, così immediato, così vero. L’ha scritto Chiocci su Il Tempo e rispecchia esattamente quello che pensiamo tutti noi, elettori di un centrodestra che sembra avere un travaglio eterno, al di là del buon senso, del comune sentire, incapace di strutturare una strategia unitaria, seduto su infiniti distinguo, roso perennemente da risentimenti. Scrive “In fondo a destra, oltre al bagno, che cosa c’è? Qualcuno dovrebbe spiegarlo alla metà del Paese che non vota Renzi e che se domani si (ri)mettesse insieme avrebbe suo malgrado – così dicono i sondaggi – la maggioranza dei voti per governare. Trattasi di un immenso patrimonio lasciato a bagnomaria: prima ancora che di valori, storia, eccetera, un patrimonio di fiducia che la maggioranza degli italiani ha tributato per anni ad un punto di riferimento ben chiaro nel quadro politico, dando mandato per costruire un Paese che non c’è, con minore pressione fiscale, un’architettura statale più snella, più sicurezza e una scuola buona a formare persone e non posizioni sindacalmente appetibili. Che fare, dunque? Quel che si vede, francamente, non rincuora. S’intravedono cose che noi umani non avremmo mai potuto immaginare, anni fa”

E se Berlusconi ha perso forza e lucidità, fiaccato dall’età e dalle note vicende giudiziarie, il popolo del Centrodestra sta aspettando che qualcuno ritorni a disegnare “ una visione del Paese da qui a dieci/vent’anni. Come saranno i nostri figli, cosa sarà la famiglia, quali messaggi partiranno dalle Tv e quali libri si leggeranno ancora, quali professionalità saranno sommerse e quali salvate. Non è un percorso facile, è uno sforzo immane, ma per compierlo bisogna cominciare a immaginare di parlare a un popolo e non a un elettorato” E le stesse domande dovremmo porci a Milano, nell’imminenza delle elezioni di un Sindaco che gioco forza dovrà rappresentare la volontà dei milanesi e dovrà corrispondere alle esigenze reali dei milanesi. Il Centrodestra deve dimenticare sigle e siglette di partito, deve proporre un progetto Milano che sia semplicemente il bene per Milano, deve illuminare il proprio programma con idee liberali e di ampio respiro progettuale. Parlando al popolo, sporcandosi le mani nelle periferie, creando empatia non strumentale. Perché oggi più che mai la politica astratta non ha senso, ma assume valore e dignità tutto ciò che dà risposte concrete, attenzione, sensibilità. Il folkore, gli annunci roboanti delle ideologie di massa, le feste propiziatorie acchiappavoti, lasciamoli ad una sinistra povera di spirito. Ma sbrighiamoci, non perdiamo altro tempo. Chi dorme non piglia pesci. Impariamo dalla saggezza popolare. Anche a Milano.

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