La storia del piccolo Luca operato a Firenze con un robot

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Milano 28 Settembre – Lunedì 21 settembre chirurghi e robot hanno collaborato per operare un bimbo di 9 anni con una malformazione congenita all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. E’ successo al Centro interaziendale per lo sviluppo e l’innovazione in urologia pediatrica, nato in estate dall’accordo tra l’università di Firenze, il Meyer e Careggi per condividere le conoscenze e le risorse tecnologiche, tra cui l’approccio robotico.

Sono le 11 del mattino quando il piccolo Luca (nome di fantasia) entra nella sala operatoria dentro le mura di Careggi. Lì ha trovato tutto il team del Meyer guidato da Lorenzo Masieri, giovane ricercatore universitario con grande esperienza di urologia generale, chirurgia robotica ed endoscopica, cresciuto nella scuola urologica fiorentina e neo acquisto del Meyer, nell’ambito dell’accordo che ha portato alla realizzazione del Centro.

Il bambino – spiegano dal Meyer – soffriva di una malformazione congenita molto frequente in età pediatrica, che gli impediva il corretto deflusso dell’urina, con grandi rischi per la funzionalità stessa dei reni. L’unico trattamento possibile era quello chirurgico, per eliminare l’ostruzione e ripristinare il corretto deflusso. Questo approccio avviene spesso per via laparoscopica ma anche robotica, nuova frontiera della chirurgia di precisione . “Per il piccolo Luca abbiamo scelto l’utilizzo del robot per la sua mini-invasività. Basti pensare ai punti di sutura molto piccoli che facilitano la guarigione”, spiega Masieri.

L’approccio robotico offre molti vantaggi in ambito pediatrico. “Ci ha permesso di fare questo intervento senza il classico taglio sul fianco – prosegue l’urologo del Meyer – Al suo posto si praticano dei piccoli fori sull’addome, in cui posizioniamo cannule che portano gli attrezzi necessari all’intervento. Utilizziamo invece l’ombelico per introdurre la cannula con l’ottica che ci consente un ingrandimento di immagine in 3D, molto accurata. E’ come essere dentro al corpo del bambino”. Il robot evita non solo il taglio, ma anche la divaricazione dei muscoli: azioni che causano dolore e rallentano la ripresa post-operatoria. “In futuro vogliamo utilizzare il robot anche per bambini più piccoli”, conclude Masieri.

Nei primi mesi il Centro interaziendale per lo sviluppo e l’innovazione in urologia pediatrica ha già effettuato, oltre a quelli che sono i routinari inquadramenti diagnostici e terapeutici propri dell’urologia pediatrica, interventi di chirurgia mininvasiva endoscopica con utilizzo di laser ad olmio; ha iniziato l’applicazione della chirurgia robotica, nonché la creazione di équipe multidisciplinari composte da professionisti di Careggi e del Meyer per il trattamento di patologia oncologica avanzata renale per tumore di Wilms. Nei prossimi mesi l’obiettivo è rendere l’Urologia pediatrica del Meyer un punto di riferimento nazionale e internazionale, anche sul piano formativo e della ricerca. (Adnkronos)

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