Milano 29 Settembre – Il 57% delle persone colpite dal tumore alla prostata, in fase avanzata, crede di dover convivere con il dolore quotidiano e per il 34% parlarne fa sentire più deboli. Un uomo su 2 (47%) ne nignora i sintomi. E tre su 5 (59%) non sempre riconosce che il dolore di cui soffre potrebbe essere correlato alla malattia. È quanto emerge dalla più ampia indagine internazionale sul tema (International Prostate Cancer Symptoms Survey) che ha coinvolto più di 1.200 persone, sia uomini con tumore avanzato della prostata che ‘caregiver’. Il sondaggio è stato condotto da Harris Poll in 10 Paesi fra cui l’Italia e commissionato dall’International Prostate Cancer Coalition (IPCC) con il supporto di Bayer Healthcare. I risultati sono presentati oggi al Congresso europeo sul cancro (European Cancer Congress, ECC) in corso a Vienna.
SEGNALI – Dolori gravi o inspiegabili, difficoltà nel camminare, nel salire le scale o ad addormentarsi o perdita del controllo vescicale possono essere dei segnali di un tumore della prostata. Questo tipo di cancro rappresenta la seconda forma più comune fra gli uomini nel mondo e la quinta causa di morte correlata ai tumori nei maschi. In Italia sono attesi circa 35.000 nuovi casi nel 2015. La confusione che circonda l’origine dei sintomi non è l’unica barriera per gli uomini nel parlarne. I risultati dell’International Prostate Cancer Symptoms Survey hanno anche evidenziato che più della metà dei maschi (57%) pensa che il dolore quotidiano sia qualcosa con cui convivere e uno su 3 (34%) afferma che parlare dei sintomi, come il dolore, lo fa sentire più debole.
PERSONE GIUSTE – I risultati dell’indagine hanno dato forma a un’iniziativa educazionale mondiale di Bayer, ‘Men Who Speak Up’ (www.MenWhoSpeakUp.com), per individuare i sintomi del tumore prostatico avanzato e mettere gli uomini e i loro familiari nelle condizioni di aprirsi e parlare al momento giusto e con le persone giuste.
PARLARE – La difficoltà di discutere dei sintomi può anche essere motivata culturalmente. Più di un uomo su 3 (36%) in Europa e Asia-Pacifico (APAC) afferma di non essere a proprio agio nel discutere con i medici di come si sente fisicamente, rispetto a soltanto un uomo su 10 (12%) negli Stati Uniti. E tuttavia un numero maggiore di questi pazienti presenta un tumore in stadio avanzato che si è diffuso alle ossa (EU 72%, APAC 53%) rispetto alla controparte statunitense (53%).
RECUPERO – “Lo stadio del tumore prostatico è uno dei più importanti fattori nel determinare le opzioni di trattamento e le prospettive di recupero”, ha spiegato il Dott. Giuseppe Procopio, Responsabile S.S. Oncologia medica genitourinaria all’INT di Milano. “La diagnosi precoce dei sintomi può non solo rallentare la progressione della malattia, ma anche potenzialmente migliorare la qualità di vita dei pazienti e avere un impatto positivo sui loro cari”.
CAREGIVER – familiari dei pazienti con tumore prostatico avanzato possono essere molto colpiti dalla malattia, ma sono anche in grado di giocare un ruolo importante nel migliorare il decorso della neoplasia. La metà degli uomini che hanno partecipato al sondaggio (50%) ha ammesso di contare sui ‘caregiver’ nel rivolgere le domande più importanti sul tumore della prostata. “Mentre i medici sono importanti nel valutare come si sentono i pazienti, il sondaggio rivela che anche i ‘caregiver’ giocano un ruolo chiave nella gestione della malattia, specialmente quando si arriva a rivolgere domande difficili”, ha aggiunto il Dott. Procopio.
FORTI – È importante che i pazienti con tumore della prostata avanzato, che riconoscono il dolore o hanno smesso di svolgere attività che eseguivano facilmente in passato, si sentano più forti nel prendere decisioni e nel parlare dei sintomi. ‘Men Who Speak Up’ fornisce utili risorse, tra cui un ‘localizzatore’ dei sintomi, una guida di discussione con il proprio medico, fascicoli informativi e statistiche utili provenienti dalle persone con tumore della prostata per facilitare queste difficili conversazioni. Per maggiori informazioni, visita il sito.
Roberta Maresci (Il Tempo)
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