Nonna Lella e la vita in un cassetto

Approfondimenti Le storie di Nene

Milano 2 Ottobre – Buffa e simpatica, nonna Lella, il viso paffuto di chi ama mangiare bene, gli occhiali perennemente sul naso, il sorriso ampio e allegro, capace di affascinarti con un racconto, il carattere che è ottimismo Nonna Lella parla sempre in meneghino, una parlata svelta, efficace, ma quando vuol dare incisività al discorso ricorre all’italiano, quasi un concetto tra due pause, con il tono teatrale e impostato che richiede un ricordo importante o un sentimento vissuto profondamente. Con la voce che si impenna, esige attenzione. Cara nonna Lella e i suoi segreti chiusi in un cassetto del comò, i fiori secchi davanti alla foto di nonno Gaspare che “Non c’è più per gli altri, ma per me c’è ancora. E mi consiglia, mi dice di stare contenta. Perché mia figlia, grazie a Dio, sta bene e ho tre nipoti, un maschio e due femmine, che sono bellissimi e vengono da me a fare i compiti, ogni giorno. E mi dispiace di aver fatto solo la terza elementare e non poterli aiutare più di tanto…anche se ho letto il Manzoni e Leopardi e quella domanda – che fai tu luna in ciel, dimmi che fai?- è la mia domanda tutte le sere, perché la luna è così bella, così misteriosa.. e con il mio Gaspare la guardavamo incantati, là negli orti, quando si ballava il tango e ci sembrava di fare peccato…lui così timido che mi stringeva e stringeva ancora…Pensi, per dichiararsi, mi mandò una lettera che conservo ancora, in questo cassetto, dove c’è la mia vita”.

E il fascino della memoria apre la sacralità di quel cassetto, profumato di nostalgia e d’amore. 30 rose rosse conservate in un fazzoletto bianco ricamato con le iniziali L e G, per ricordare un amore rinnovato ogni anno, senza incertezze, senza sbandamenti, perché “L’amore allora era per sempre. E ad ogni anniversario si andava a festeggiare ai Navigli, in trattoria..Vede le foto? Eravamo davvero felici…e quando avevo paura perché la povertà, il lavoro precario nel dopoguerra erano difficili da superare, rileggevo di nascosto le sue parole d’amore..ma quella lettera è troppo mia…E questa è la foto delle prime vacanze al mare, a Ceriale. Avevamo comprato una tenda e con la lambretta avevamo affrontato l’avventura, quasi fosse la conquista del mondo. Poi la nascita di mia figlia…ho tenuto il succhiotto,  le foto della Cresima, del Matrimonio…e un tema in quinta elementare. Perché la mia Rosangela aveva preso 10 parlando di me. Aveva scritto – quando alla sera c’è da mangiare per tutti e vedo mia madre finalmente felice, penso che quello sia  l’amore – …E tutti questi disegni sono dei miei nipotini che mi prendono in giro, mi chiamano Miss nonna, colorano il mio tempo di tanta gioia. E mi fanno le confidenze, mi fanno giocare…Mi piace davvero tanto essere nonna”.

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