Milano 2 Ottobre – Una stazione Budapest nel centro di Milano, un centro storico, ex zona di shopping ,che sa ora di scabbia, di piscio, di vomito e forse di lebbra.
E’ corso “Buenos Budapest”: aria per niente buona . Regna il tanfo della mafia eritrea, somala, etiope, sudanese, che acquista in contanti i vecchi negozi artigiani e li trasforma in bar con cus cus e poltiglia : ai tavolini , fuori dai covi mangerecci , occhiali scuri e doppiopetto come picciotti di Cosa Nostra anni 50, stanno i trafficanti di passaporti ,di permessi di soggiorno , di schiavi che aspettano il “gommone express “delle 12, 45.
La Casbah di Porta Venezia è la più grande centrale della mafia africana , smista migliaia di schiavi in tutta Europa, fa affari colossali: c’è addirittura una convention con sconti per gli eritrei che arrivano in Europa in gommone , e certamente , di questo sconto agevolato ne è complice lo stesso regime eritreo che i disperati dicono di sfuggire. Il “gommone express “ delle 12,45 vomita centinaia di ciabattanti sotto l’occhio compiacente dei City Angels, dell’assessore Granelli, quasi guardie del corpo dell’incapace assessore alla Sicurezza, in tuta rossa e basco blu e bici da noleggio: comica polizia . Un corpo disarmato, con divise che ricordano vagamente la Banda Bassotti: i due membri che vigilano sulla Casbah eritrea sono balcanici, vanno a pranzo in un kebab, e poi pedalano : sono political corretc e compatibili con l’ambiente.
“ La zona solo un luogo di passaggio, i migranti se ne vanno tutti in Svezia e in Germania, non fanno niente di male, sono pacifici ” pontificano i due balcanici buonisti arruolati da Granelli: ma i due pasdaran sanno tanto di polizia etnica contro i milanesi. Tutto qui complotta contro l’indigeno, il meneghino imbufalito dal degrado. La giunta arancione minimizza, nasconde il degrado, la stampa amica dei Lecchini Rossi non si fa vedere.
A dare la soffiata, quando tira aria di raid delle forze di polizia, ci pensano invece, raccontano i residenti infuriati, i volontari dell’Arca, i kapò buonisti di Majorino , aria da avanzi dei centri sociali, che sfamano i disperati della stazione centrale sotto i portici in via Tonale.
Ci bazzicano infine le sciurette della Milano bene nella Casbah: puntuali come gattare portano magliette e scarpe ai disperati che arrivano a Milano in sandali infradito: tutti gli eritrei vengono rapinati regolarmente delle scarpe durante il viaggio. Le signore Gattare pagano i capuccini alle minorenni eritree che così possono accedere ai bar e toelettarsi. Per gli altri, per orinare, c’è la strada, e ovviamente, il commercio è kaputt.
Eppure lo shopping dei ciabattanti è intenso per tutto corso Buenos Budapest; le boutique sono prese d’assalto dai giovanissimi eritrei in infradito ma con telefonino ultimo modello, la moda italiana fa status symbol, dopo lo sbarco a Milano i giovani eritrei si danno alle compere, all’outlet, quasi fossero ricchi giapponesi.
Poi arriva la sera: in migliaia i viaggiatori del “Gommone express delle 12,45” affollano il tunnel che da via Tonale porta in Stazione Centrale. Là i cuochi amici della Arca onlus, sponsorizzata da Majorino sfamano i disperati ( a spese del contribuente) : due radicalette con la blusa rossa di Save the Children sembrano militesse No Global, coordinano i disperati, vociano che non si può fotografare, non si può entrare senza permesso, niet, niet, l’atmosfera è pesante, i kapò e le capette si sentono assediati dallo sdegno dei milanesi . Tra i residenti di via Tonale, di via Vitruvio, di via Palazzi c’è chi è stufo di questa mensa e della accoglienza fai da te della giunta, invoca le Camicie Bianche, mugugna che Addavenì Salvini , si incolla alla Tv per vedere il talk show di Del Debbio e snobba l’angelus di “papa Badoglio” : perché la notte qui è nera e fa paura.
Video reportage di Claudio Bernieri
Musica di Luciano d’Addetta