Milano 3 Ottobre – Un altro politico si aggiunge alla lunga lista di baby pensionati. E’ Nichi Vendola che, a 57 anni, percepisce una pensione da 5.618 euro al mese dopo solo 10 anni di contributi. Un vitalizio che, ironia della sorte, l’ex governatore della Puglia aveva fatto tagliare ai suoi consiglieri regionali nel 2012, cavallo di battaglia della sua campagna elettorale. Il privilegio è stato abolito nel 2013, ma quello che è stato cumulato prima resta.
Il leader di Sel, che è rimasto in carica dal 18 maggio 2005 al 2 luglio del 2015, può dunque percepire la super pensione. Quei quasi 6mila euro lordi al mese che avrebbe dovuto intascare al compimento dei 60 anni di età, ma che grazie a una legge regionale è stato possibileanticipare di tre anni.
Anche in questo caso l’abolizione del vitalizio è stata fatta solo per le generazioni future, come sempre accade in Italia dove i politici possono andare in pensione (d’oro) prima dei comuni cittadini ai quali, per una strana legge del contrappasso, la pensione viene tagliata o rimandata (vedi riforma Fornero). Se infatti un normale lavoratore deve versare almeno 35 anni di contributi a un governatore ne bastano 10.
Oltre al vitalizio, l’ex governatore che voleva abolire i privilegi ha mantenuto e incassato anche l’assegno di fine mandato dopo 10 anni alla guida della Puglia: altri 198.800 euro.
Vendola: “Da Grillo linciaggio, ma non mi rassegno a barbarie” –Beppe Grillo in un post sul suo blog ha attaccato duramente Vendola. “Dopo anni di lotte a favore dei lavoratori passati tra i banchi di Montecitorio e la buvette della Camera, dopo migliaia di chilometri macinati nelle auto blu finalmente il compagno Vendola è giunto alla pensione. Alla veneranda età di 57 anni e dopo ben dieci anni di contributi versati come governatore della Puglia Baby Vendola, si trova ora a dover vivere con soli 5.618 euro lordi al mese” ha scritto con evidente ironia con un’immagine dell’ex governatore della Puglia in versione bebè con tanto di ciuccio. “Avrebbe dovuto averli tra tre anni ma fortunatamente grazie a una legge regionale gli è stato possibile cominciare ad incassare subito. Con una pensione da fame come questa arrivare a fine mese sarebbe difficile per Baby Vendola, se non avesse anche un assegno di fine mandato di 198.000 euro dopo dieci anni come governatore della Puglia. I lavoratori che hanno votato Baby Vendola per anni gli augurano la migliore vita possibile, in attesa della loro pensione minima a 66 anni o con 42 anni di contributi.
“Se fossi ricco come Beppe Grillo volentieri rinuncerei al vitalizio. Sono stato eletto deputato in cinque legislature e presidente di regione per due legislature e tutti sanno che non mi sono arricchito e che non ho rubato”. Così Nichi Vendola ha replicato a Grillo. “Sono orgoglioso del fatto – ha aggiunto – che la mia sia l’unica Regione non coinvolta in rimborsopoli”. Vendola ha parlato di “ennesimo linciaggio per denigrare le persone: ma l’unica cosa a cui non mi rassegno è la barbarie”.
“Il mio partito – ha proseguito Vendola – si è battuto sempre e in ogni sede contro tutti i privilegi. La Puglia ha abolito i vitalizi a partire dal 2013. Ricordo a tutti, però, che il trattamento economico degli eletti nelle istituzioni, ciò che oggi appare appunto come privilegio, e’ stato concepito come una barriera alla corruzione degli stessi: ora vedo che il mio vitalizio fa più scandalo delle tangenti a Galan! E osservo con tristezza il fatto che ai comici miliardari – ha insistito Vendola – continua a dare scandalo pure il mio orecchino. Credo che si capisca quanto questa effervescente polemica contro di me sia null’altro che l’ennesimo linciaggio di chi pensa che la lotta politica non sia combattere le idee, ma denigrare le persone. Faccio politica ormai da oltre quarant’anni e devo dire che l’unica cosa a cui non mi rassegno – conclude Vendola – è la barbarie”.
Beppe Grillo, polemiche per retweet omofobo – Ma non solo l’attacco sulla baby pensione ha scatenato polemica. Infatti sull’account Twitter di Beppe Grillo è stato ritwittato un messaggio con evidenti insulti omofobi. Il retweet (che recitava “#BabyVendola noi ci rompiamo il c..o fino a forse 63 anni di operato, mentre c’è chi si gode a farsi rompere il c..o!”) è stato prontamente rimosso ma le reazioni non si sono comunque fatte attendere. E il Pd ha lanciato l’hastag #omofoboBeppe mentre il sottosegratario Ivan Scalfarotto ha commentato con un “ecco perché il M5s non ha votato la legge sull’omofobia. Temevano la galera” (Tgcom24)
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