Milano 4 Ottobre – Alla ricerca della Milano perduta, si potrebbe dire. Ma non per parlare del fascino di un tempo, ma più concretamente per scoprire quale angolo a Milano sia ancora milanese e dei milanesi ormai espropriati e vittime della prevaricazione dei Rom, dei profughi o clandestini che siano. Un angolo, un quartiere, un luogo. Inutile elencare, inutile evidenziare, inutile constatare. Ma doveroso segnalare, quando la causa è strettamente connessa con il malgoverno di questa città, quando la tolleranza buonista genera degrado, quando, insomma, gli “ospiti” sono consapevoli di essere dei privilegiati e possono agire impunemente. La notizia che anche in Porta Vittoria siano arrivati i Rom con i loro bivacchi, i loro usi e costumi poco igienici ecc. ecc. è quasi una non notizia, ma semplicemente un caso che va ad aggiungersi ai tanti altri, nell’indifferenza di una Giunta cieca e muta. Scrive Libero “L’ultima promessa, al termine di una lunga via crucis di progetti fantasma e cantieri a rilento, risale al giugno 2013: «Faremo un’area verde fruibile», disse l’ex assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris. Il verde in via Monte Ortigara c’è, ma è una giungla incolta e abbandonata. Negli ultimi giorni, tra i rovi e i rifiuti, sono spuntati anche i bivacchi abusivi dei nomadi. Basta affacciarsi dalla strada che costeggia il lato est del maxiprogetto Porta Vittoria: sedie, tavolini, qualche tenda di fortuna, resti di cibo. Intorno, una montagna di spazzatura dove si intravedono i rottami dei carrelli della spesa. Una minifavela..Il corridoio oltre viale Molise doveva ospitare parte dei servizi al quartiere recuperati dal megaprogetto edilizio. Congelata per mancanza di soldi la faraonica Biblioteca europea da 260 milioni, nella zona di Porta Vittoria dopo anni di false partenze sono spuntate le palazzine residenziali e l’Esselunga. Ma gran parte del piano è rimasto sulla carta. In via Monte Ortigara l’amministrazione comunale aveva promesso l’area verde, appunto. E poi, sull’altro lato, campi da calcio, tennis, basket e una piscina finanziati grazie agli oneri di urbanizzazione. Invece, complici le difficoltà finanziarie dei privati (il gruppo dell’immobiliarista Coppola) l’ennesimo sogno è ancora al palo” E sulla causa delle difficoltà dell’immobiliarista Coppola pesano molto i limiti urbanistici e i vincoli posti del Comune che ha varato un Regolamento edilizio con infiniti obblighi, per quella concezione antica di sospetto nei confronti dei privati e delle imprese che è propria della sinistra. E così per l’incapacità di Pisapia e dei suoi assessori bravi solo a promettere, un’altra fetta di Milano è in mano ai clandestini e ai Rom.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano