Nuova scoperta: le figlie primogenite sono più in carne delle sorelle minori

Scienza e Salute Società

Milano 5 Ottobre – Siete la primogenita di due sorelle? E’ meglio che vi diate da fare in palestra, adottando un sano stile di vita: secondo uno studio su quasi 27mila sorelle dei ricercatori neozelandesi dell’Università di Auckland diretti da Wayne Cutfield appena pubblicato sul Journal of Epidemiology & Community Health avete una probabilità del 29% di essere più grassa della vostra sorellina minore, col un rischio di diventare sovrappeso od obese nell’età adulta del 40% in più, anche perché in genere dovreste essere pure un po’ più basse.

Quarta conferma

Si tratta del quarto studio condotto dagli endocrinologi neozelandesi su popolazioni diverse per verificare i fattori di rischio per la salute dei primogeniti che sono risultati in genere caratterizzati da una maggior insulino-resistenza e da una più elevata pressione sanguigna, cioè più a rischio per diabete e ipertensione rispetto ai secondogeniti. Si tratta ancora di ricerche osservazionali che non hanno definito le ragioni di questi fenomeni apparentemente riconducibili al differente calibro dei vasi sanguigni placentari riscontrabile fra prima e seconda gravidanza con conseguente diverso apporto di sangue al feto, ma, come osservano gli autori, questa scoperta potrebbe spiegare in parte l’epidemia di obesità che sta investendo i Paesi industrializzati dove le famiglie vanno riducendo i loro componenti e i primogeniti finiscono spesso col rappresentare l’unico figlio. In un’opulenta società di primogeniti il rischio di sviluppare sovrappeso e obesità in età adulta resta comunque elevato, a prescindere dal fatto che poi seguano o meno sorelline o fratellini più magri.

 Che non sia una scusa

«L’ordine di nascita è indipendente dalla nostra volontà e il ruolo che può esercitare nell’obesità è minore non può sgravare la società dalla piaga di una dieta non sana e della sedentarietà –commenta il Dr. David Katz, Presidente dell’American College of Lifestyle Medicine- Questo studio evidenzia una correlazione nelle donne che era già stata notata anche nei maschi, ma non può essere ancora data per certa. Forse il tipo di nutrizione ricevuta in utero è diversa fra chi arriva prima e dopo, oppure i primogeniti vengono ipernutriti nelle prime fasi di vita perché sono la prima gioia della mamma o viceversa incontrano particolari tipi di stress risparmiati ai secondogeniti che trovano la strada aperta da loro: lo studio neozelandese non ha considerato questi fattori psicologici individuali che possono avere un ruolo talora importante. L’ordine di nascita non è un fattore di rischio modificabile, ma lo sono certamente l’ambiente obesogenico e lo stile di vita in contrasto con il controllo del peso e la salute in cui si trovano immersi per primi indicando ai genitori il corretto modo di alimentare i figli».

Un singolo fattore di rischio

«Il mio consiglio per chi è venuto al mondo per primo –conferma il principale autore Wayne Cutflied- è che i risultati di questa linea di ricerca devono spronarli a instaurare per tempo un sano stile di vita e non devono assolutamente pensare che essere nati per primi equivalga a un destino di obesità, diabete o ipertensione. Si tratta semplicemente di un singolo fattore di rischio, mentre per sviluppare una qualsiasi malattia, non solo l’obesità o il diabete, occorre sempre una combinazione di fattori di rischio. Quindi la cosa migliore è eliminarne il maggior numero possibile, adottando al più presto un sano stile di vita, dato che sull’ordine con cui si è venuti al mondo non si può più agire».

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