Milano 6 Ottobre – La settimana scorsa ha compiuto vent’anni la trasmissione radiofonica “Il Ruggito del Coniglio”. Non che a molti di voi interessi qualcosa, ma il miglior commento per la reazione di oggi dell’ex segretario del Pd alla direzione Renziana è il titolo di quella trasmissione. Bersani sul suo profilo Facebook si domanda dove stia andando il partito. Gli risponde Guerini con un sobrio: non sono fatti tuoi, adesso smettila di rompere. O giù di là. Il fatto è che in politica, come nel business, se spari con tutto quello che hai sul tuo avversario e lui sopravvive, tu sei finito. Bersani lo sa. E questo deve rendere ancor più doloroso farsi sfottere da Verdini. Il quale, senza aver fatto alcunché, è imporvvisamente diventato il miglior amico del Premier. Forse non entrerà nel Pd, ma in ogni caso ne influenzerà la linea. La Minoranza Pd lo vede ogni giorno con i centristi. Volete un esempio? Il DdL Cirinnà, quello sulle coppie di fatto, è stato riscritto per la terza volta. Ed ogni riscrittura erode la minoranza per dare ai centristi. È solo uno dei moltissimi casi, e tutti ci raccontano la grande storia che riassume questa legislatura. Quella del Renzi dai mille volti e dalle cento ed un maggioranze. Dove per la coerenza di Bersani non c’è e non ci sarà posto né ora né mai. Cosa aspetti il Piacentino ad andarsene fa parte dei grandi misteri della vita.
La vita della sinistra quanto meno. Quella stessa sinistra che seppelliva Ingrao cantando Bella Ciao e ne lodava l’integrità morale. Dieci minuti prima di tornare a contare i voti provenienti dal mercato delle vacche di Verdini. Con le lacrime ancora sul colletto della camicia organizzavano la coreografia a Barani e D’Anna, oppure chessò, a modificare i programmi per far piacere a qualche moderato che passava là per caso. Non mi fraintendete, sono ideologicamente molto più vicino a Renzi che a Bersani, ma Santo Cielo io sono di destra. Mi aspetto che, una volta perso nelle urne, la mia idea non vinca in Parlamento. Mi sento male per quelli che avevano votato Pd per avere una socialdemocrazia. Solo che io per loro non posso fare alcunché. Ci dovrebbero pensare quelli che si definiscono di Sinistra. Solo che il coraggio, come diceva Manzoni chi non ce l’ha non se lo può dare. E pare che Bersani oltre a qualche commento malmostoso non sia in grado di andare. Poco, troppo poco da schierare contro il grande Pifferaio ed i suoi sgherri. E poco, troppo poco, per la democrazia Italiana che, dopo vent’anni di dinamismo, rischia di ritornare ingessata come negli anni 50, tenuta bloccata dallo spauracchio a cinque stelle, un movimento immaturo e magmatico che non può arrivare nelle stanze del potere. Per il bene di tutti.
In definitiva il sole cala su un altro inutile siparietto, che serve solo a coprire una maggioranza di guitti, nel senso tecnico del termine. Figuri mascherati che interpretano parti che non sentono loro, su canovacci di altri e senza alcuna reale interazione del pubblico, la cui unica funzione è avallare con le emozioni richieste le prestazioni dei mestieranti di scena. Per fortuna Ingrao non è sopravvissuto per assistere a tutto questo. Canzoni incluse.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,