PARLA IL PATRIARCA CATTOLICO SIRIANO: “ La Russia sta facendo un buon lavoro”. E intanto, piovono critiche da Magdi Cristiano Allam e da un rabbino romano …
Milano 13 Ottobre – Imbarazzo e riprovazione, seppure soft, in Vaticano. Papa Francesco a colazione ha mal digerito, ieri mattina, il suo infuso quotidiano di piante matè, di cui è goloso. In primis, Padre Lombardi – secondo i rumors di Oltretevere – gli avrebbe passato, solerte ma contrito, la usuale rassegna stampa quotidiana dove era ben evidenziata la dichiarazione del Patriarca cattolico siriano Gregorio III Laham, Patriarca di Antiochia, di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei Melchiti. Reo di benedire Putin. Seguivano le critiche di un articolessa di Magdi Cristiano Allam e di un noto rabbino di Roma.
Diceva il Patriarca siriano : “La Russia sta facendo un buon lavoro in Siria perché si sta muovendo assieme al governo di Damasco e con le autorità locali”. Sconcerto in Vaticano.
Seconda stazione dolorosa della via crucis di Francesco: in cui si contempla il pericolo dell’Islam radicale. UN IMAN NELLA MOSCHEA INCITA AD ACCOLTELLARE GLI EBREI. Questo era il titolo del Giornale. Maldipancia Oltretevere.Traduzione: l’articolessa di Magdi Cristiano Allam, pubblicato in prima pagina sul quotidiano milanese ad opera dell’egizio Magdi convertitosi al cristianesimo e battezzato da papa Woytila voleva avvertire il Vaticano e i gesuiti che i ponti troppo aperti possono portare allo sgozzamento dei cristiani, in Oriente. Con una foto agghiacciante: un iman con un coltello in mano in moschea, incitava alla “cavalleria rusticana” i palestinesi .
(L’originale-arabo: http://www.alwatanvoice.com/arabic/news/2015/10/09/789546.html)
E tutto questo nel bel mezzo di una trattativa segretissima tra la diplomazia vaticana e il califfato di Bagdad, per la liberazione del gesuita Paolo Dall’Oglio, nelle prigioni dell’Isis da due anni. Le frasi di Gregorio e l’articolo di Allam – secondo il gossip vaticano – avrebbe gettato prima nel panico padre Lombardi , portavoce della sala stampa vaticana, poi l’intero staff della diplomazia vaticana.E infine in cauta perplessità catalettica lo stesso pontefice.
Terza stazione dolorosa di Francesco: Alfonso Arbib, rabbino capo della Comunità ebraica romana, sosteneva nella rassegna stampa mattutina ( il fatto era riportato sempre dal Giornale) che «c’è un limite alla accoglienza.»
Roba da far imbufalire non solo la Boldrini, ma lo stesso Papa Pacione, insieme a tutta la comunità di sant’Egidio, che sui pranzi ai disperati prospera e evangelizza. Da “uomo della strada” il rabbino invece sottolineava la necessità di «stabilire priorità» nell’accoglienza di profughi e migranti,e chiedeva «reciprocità» temendo “una società in cui sono confuse tutte le identità”. “Se accogliere chi muore di fame o deve essere portato urgentemente all’ospedale è un dovere di giustizia, negli altri casi bisogna organizzarsi: servono scale di priorità per una nazione, quando si ragiona a medio o a lungo termine. Davide Romano, assessore alla Cultura della Comunità ebraica, nello stesso articolo infilzava infine di fioretto il papa Baciabambini : sottolineando che “qualche problema sul territorio c’è, in particolare a scuola, dove quando si parla di Shoah, c’è qualche resistenza, addirittura un rifiuto, soprattutto da parte dei ragazzi di origine magrebina”.
Sembrava don Salvini nell’omelia al parlamento Ue.
Insomma, bacchettate per tutto il Vaticano onlus,
Il giudizio del patriarca Gregorio però è stato quello che ha sconvolto papa Bergoglio per l’intera giornata : se ne è discusso diffusamente nelle cancellerie vaticane. Perché il religioso orientale che in queste ore inquieta il pontefice entra a gamba tesa nella silente diplomazia vaticana che finora ha fatto ben poco per i cristiani arabi perseguitati e pochissimo per Assad. Silenzio totale poi sull’intervento dei russi , che stanno demolendo i bunker del Califfato con i loro raid aerei.
Il patriarca Gregorio III invece non avuto dubbi sull’efficacia dell’azione militare russa a tutela della comunità siriana martoriata da oltre quattro anni da un terrorismo che non ha risparmiato nessuno, a partire dalla minoranza cristiana: e ha rotto l’imbarazzante silenzio di papa Francesco con dichiarazioni nette, lontane da qualsiasi se e ma.
La dichiarazione di Gregorio III è stata raccolta e lanciata in Italia da una minuscola agenzia di stampa di analisi geopolitica, Spondasud, specializzata nel monitoraggio mediorientale, ma subito ha fatto il giro dei siti e del web, che in questi casi supplisce alla carente informazione della carta stampata, troppo allineata alle cancellerie. Approdando infine oltre il portone di bronzo.
Vediamola.
” Si la Russia sta svolgendo un ruolo positivo in questo momento. Gli Usa accusano la Russia di aver colpito anche i ribelli addestrati dalla Cia? Loro hanno bombardato in Afghanistan un ospedale di Medici Senza Frontiere. La guerra purtroppo è questa”.
Parole sante, quelle del patriarca Gregorio, ma che suonano luciferine nella bizantinissima Curia vaticana.
Secondo Gregorio III Laham ci vorrebbe una grande coalizione mondiale per battere il terrorismo: “Usa, Russia e Ue dovrebbero mettersi d’accordo con Iran, Arabia Saudita e Turchia. Nel giro di tre settimane l’Isis sparirebbe. Il terrorismo si può sconfiggere, bisogna volerlo”.
Il religioso si chiede quindi come si possa pensare di difendere una nazione da un nemico, senza volerla coinvolgere: “Non puoi combattere un nemico in casa mia senza che io sia consultato. Vogliono cacciare Assad spargendo il sangue del suo popolo? Chi deve difendermi? Forse gli aerei americani che vengono da lontano o chi è qui, il governo con l’esercito? Vogliono affossare un popolo per uccidere una persona, il presidente. È un crimine che il Tribunale internazionale dell’Aja deve perseguire”.
Per questa ragione il religioso ritiene che rimuovere Assad senza avere un’alternativa sia una prospettiva assurda e pericolosa: “In Siria agiscono oltre 30 gruppi di opposizione. Sono gruppi armati, spesso piccoli, divisi al loro interno e destinati a passare prima o poi nelle fila dello Stato islamico».
Il Patriarca cattolico siriano invoca l’unità del mondo cristiano, e per questa ragione ha chiesto a Papa Francesco di promuovere, attraverso un documento, un’azione ecumenica in cui tutte le voci implorino la pace in Medio Oriente, a partire dagli anglicani e dagli ortodossi: ” Non è immaginabile quello che stanno vivendo i cristiani in Siria in questo momento, è una realtà difficilissima anche da raccontare”.
Avrà mai una risposta?
E mentre papa “Badoglio” ( così l’hanno soprannominato i suoi oppositori in Vaticano ) sceglie il silenzio, Gregorio III Laham sente il peso della solitudine dei cristiani e di tutti i siriani e parla: “L’Europa sembra che non voglia sentirci, nemmeno la Chiesa. Sembrano tutti strumentalizzati”.
Il destino e la sfida dei cristiani è quella di non abbandonare il Medio Oriente: “Bisogna continuare a essere presenti nella Regione, anche se il cristianesimo è un bersaglio. Dobbiamo proseguire l’opera di dialogo con i musulmani. Senza i cristiani ci sarebbe un vero e proprio shock di civiltà”. Per questa ragione, malgrado la guerra e l’azione del terrorismo, la Chiesa siriana non smette di svolgere la sua funzione, sostenendo ad esempio le piccole iniziative con la modalità del microcredito. Vi sono a disposizione circa 50mila dollari, che vengono suddivisi in piccole somme a sostegno di progetti mirati. “Realizzare candele, preparare il cibo in casa, costruire un forno per la produzione di pane – conclude il patriarca melchita – sono alcune fra le varie proposte. E poi vogliamo aiutare le famiglie che tornano nei villaggi un tempo distrutti e ora in pace, dando loro almeno una stanza in cui ricominciare a vivere, riprendere a poco a poco il percorso dove era stato interrotto”.
Ma chi è il patriarca Gregorio, che parla così concretamente e direttamente, senza troppe mediazioni al cuore dell’Occidente? Loufti Laham è stato ordinato sacerdote dell’Ordine Basiliano dei Melchiti il 15 febbraio 1959. Consacrato arcivescovo-vicario patriarcale di Gerusalemme per la Chiesa cattolica greco-melkita il 27 novembre 1981, dal 29 novembre 2000 è diventato Patriarca di Antiochia, di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme della Chiesa Greco-Melkita Cattolica e ha assunto il nome di Gregorio.
L’8 maggio 2008, papa Benedetto XVI lo aveva ricevuto in udienza assieme ad una foltissima delegazione di vescovi ed archimandriti melchiti. Durante il suo patriarcato, ha accolto in Siria papa Giovanni Paolo II: una visita storica, durante la quale per la prima volta un papa entrava in una moschea, quella di Damasco, dove la tradizione vuole collocare la tomba di san Giovanni Battista. Alla morte di Giovanni Paolo II è stato proprio Gregorio III a benedire la bara, durante i funerali del defunto Pontefice.
Ora Gregorio pare rimproverare, con la sua franchezza, il silenzio di papa “Badoglio” che appare troppo comprensivo con i terroristi islamici e i fondamentalisti tagliagole.
Lo aveva già incontrato in Vaticano, consegnandogli una relazione sul complotto internazionale che sta distruggendo la Siria.
Papa Francesco finora ha taciuto nei confronti delle minacce dell’Isis: a raccomandare ai parroci nostrani di accogliere buoni e cattivi musulmani in parrocchia.
Il problema è anche culturale: papa Badoglio è argentino e non conosce il Corano. Il patriarca Gregorio invece sì.
«Getterò il terrore nel cuore dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo (…) Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi». (8, 12-17) «Quando (in combattimento) incontrate i miscredenti, colpiteli al collo finché non li abbiate soggiogati». (47, 4) Così recita infatti il Corano:come è illuminante l’esempio di Maometto che nel 627, alle porte di Medina, partecipò di persona allo sgozzamento e alla decapitazione di circa 800 ebrei della tribù dei Banu Qurayza.
Che sia nascendo una nuova Chiesa del silenzio in Oriente, polemica con i bizantinismi e i buonismi vaticani, oggi come al tempo della guerra fredda? ( possiamo vedere la chiesa del silenzio orientale in video durante una funzione a Damasco presieduta dal Patriarca Gregorio per commemorare le vittime del terrorismo islamico in Siria ).