Milano 14 Ottobre – Qualcuno dovrebbe spiegarci il perché di una legge, quella dell’abolizione delle province, fatta in tutta fretta, senza verificare le ricadute, senza delineare competenze e impegni. Una legge sbagliata, nel nome di un riformismo di facciata, imbastita per dare il solito abbaglio ai cittadini. Insomma una legge che non fa risparmiare, lascia allo sbando priorità una volta della Provincia e genera solo caos. L’ultima vittima di questa sciagurata legge è il CAM, un centro d’eccellenza per i minori in difficoltà. Le ragioni descritte da Claudio Osmetti su Liberoquotidiano: “Il Cam, centro assistenza minori, di Milano chiude. Lo ha deciso la Città metropolitana: «La legge Delrio ci impedisce di gestire questa struttura perché non rientra tra le nostre funzioni e la legge regionale 92 non ha affrontato l’argomento». Morale: «Questo ente è costretto a dismettere il servizio, svolto da professionisti, con l’impegno alla massima tutela per minori e personale». Lo ha fatto sapere ieri Palazzo Isimbardi con una nota. Poche parole nero su bianco, ma che per educatrici e piccoli di quel centro d’eccellenza in zona Ciminiano pesano come un macigno.
«Siamo molto amareggiate», raccontano le 40 dipendenti del Cam che di stare a guardare lo smantellamento delle loro «casette» e di perdere la loro professionalizzazione nel campo educativo senza far nulla proprio non ne vogliono sapere. Così ieri pomeriggio si sono armate di cartelli e striscioni e hanno manifestato sotto Palazzo Marino, riuscendo addirittura a ottenere un incontro con i vertici del Comune. Ma hanno rimediato la solita pacca sulle spalle: «Siamo disponibili a sederci a un tavolo allargato per affrontare la questione». Stop.
In compenso il rimpallo di responsabilità dura oramai da settimane. La Città metropolitana non ha competenza (ma anche i fondi scarseggiano), il Comune promette più di un milione di euro per non chiuderlo ma non vuole accollarsi la gestione, la Regione dice di aver fatto il massimo ma la decisione non spetta a lei. Della serie: tutti lo vogliono, nessuno lo salva.
E se nei giorni scorsi il consigliere dem alle Politiche per i più deboli dell’ente metropolitano Rosaria Iardino aveva ipotizzato: «Basta che Palazzo Lombardia lo accorpi a una struttura socio-sanitaria», Giulio Gallera, sottosegretario regionale con delega ai Rapporti con la Città metropolitana, chiarisce: «Un ospedale svolge un’attività sanitaria, sarebbe assurdo unirvi il Cam». Poi aggiunge: «Non abbiamo mai ricevuto la richiesta di inserire la gestione del Cam nella legge regionale per un semplice fatto: la gestione di servizi come quello offerto dal centro di assistenza per i minori non rientra nelle funzioni regionali. La competenza è degli enti locali. Spetta al Comune garantire la continuità del servizio. Basta con questo gioco ignobile dello scaricabarile, Palazzo Marino ha tutti gli strumenti per farlo».
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