Milano 14 Ottobre – Forse nemmeno tutti i Milanesi lo sanno, ma Lambrate ha più di venti secoli di Storia. Sulle strade di quella che una volta era una città distinta, e per certi versi distante da Milano, hanno camminato personaggi illustri. Non possiamo escludere nemmeno ci sia passato Giulio Cesare, visto che era una stazione di cambio cavalli. In ogni caso era il porto di Milano, un po’ come Ostia per Roma. Certo dava su un fiume, il Lambro, ma era preziosa lo stesso. Nel corso dei millenni si è sviluppata. Includeva territori che vanno fino a Crescenzago. Ci passò Renzo dei Promessi Sposi del Manzoni. Ci stazionò il Martinitt. Della Lambretta non devo dire nulla, né c’è bisogno che ricordi l’epopea della Innocenzi. Tanto. Tanto è successo qui. Tanto è passato su queste strade. Tanto. Troppo per ricordarlo, evento per evento. Vite intere servirebbero di fronte a tanta storia. Altrove musei su musei sarebbero dedicati alla straordinaria storia di questi luoghi. Più modestamente i Milanesi han dedicato a questa enormità di fatti, uomini ed imprese una piazza. Piazza Rimembranze di Lambrate. È stato un bel gesto. Certo, sarebbe un gesto ancor più apprezzato, se su quel suolo non si consumasse la morte della nostra stessa civiltà. Non quella di Lambrate. Quella Italiana.
Lambrate è da anni un quartiere che soffre l’incuria di un’amministrazione che ha a cuore unicamente le piste ciclabili. E qui, di biciclette, non se ne sente un gran bisogno. Qui ci vorrebbe la ruspa. Od altro veicolo metaforico che potesse spianare il degrado che si è accumulato. Non è tanto un problema di convivenza etnica, anche se certo il campo nomadi non aiuta. Né sono gli sbandati in sé a creare il problema. No, il vero problema è filosofico. Diceva Margarete Thatcher che l’Europa non sarebbe mai stata come l’America, perchè si basava sulla Storia, mentre gli Usa erano frutto di Filosofia. Forse è vero, ma anche qui in Europa abbiamo problemi Filosofici. Per esempio, prendete una notizia come questa: a Lambrate, Piazza Rimembranze usata come latrina. Potremmo considerarla storicamente come un prodotto dell’emarginazione. Della scarsa cura per le periferie. O delle condizioni del sottoproletariato. Ma filosoficamente, beh, cambia tutto. Filosoficamente, fatemelo dire con un francesismo, stanno cagando su tutto quello che ci ha resi Italiani. Sulla nostra Storia, appunto. Una storia complessa, lunga, magari a tratti non esaltante. Ma quelle Rimembranze, quei ricordi, sono il nostro passato. Siamo noi. Lambrate ricorda. E chiunque usi la nostra memoria come cesso non è da compatire. È da perseguire senza pietà.
Anche perché, che integrazione possiamo chiedere agli immigrati se lasciamo usare come cesso a cielo aperto la memoria storica? Se il nostro passato è il loro orinatoio, perchè gli stranieri dovrebbero abbracciarlo. Non so voi, ma a me fa un po’ schifo abbracciare i water. Soprattutto quelli degli altri. No. Non ha alcun senso parlare di integrazione se queste sono le premesse. Il decoro va garantito prima ancora di far rispettare le altre leggi. Perchè anche con l’Armata Rossa in strada non potremo mai pretendere rispetto per noi, se non ci rispettiamo da soli. Oltretutto pagando una fortuna per questo servizio. E, vi prego, non chiedetemi altre marce o manifestazioni. La marcia infame che faccio regolarmente per pagare le tasse mi basta. Grazie.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,