Vedi Del Debbio e pensi: meno male che Del Debbio c’è e parla di periferie

Approfondimenti

Milano 15 Ottobre – La televisione di Del Debbio è un capolavoro di verità, di comunicazione, di immediatezza. E’ una televisione da pugno nello stomaco ai tanti politici schizzinosi che vivono con il sedere nel burro, che non vanno oltre il cosiddetto centro pieno di luci e di lustrini, è la voce di chi soffre, non importa come e perché. E se i soloni della critica trovano le sue trasmissioni sguaiate, di pancia, politicamente scorrette perché non rispettano il bon ton e il birignao della pseudo signorilità intellettuale, vuol dire che non hanno capito che la comunicazione deve essere verità e immediatezza. E se la gente delle periferie parla come mangia ed esprime una rabbia antica e taciuta per troppo tempo, è il momento di farsi qualche domanda, ma soprattutto è il momento di dare delle risposte.

Perché la periferia è diventato un luogo universale, dove degrado e abbandono sono il comune denominatore, dove le criticità diventano i carnefici di una popolazione dimenticata, dove la povertà enfatizza le difficoltà di una convivenza civile, dove la criminalità si nutre della fragilità altrui.

Roma e Milano a confronto per una gara di buche nelle strade, di sporcizia diffusa, di abusivismo, di assoluto abbandono. Una gara che appartiene all’incapacità di chi amministra, all’insensibilità di chi governa, alla protervia di chi non vuol capire, di chi non vuol risolvere.

Marino e Pisapia sono i nomi, con lo sguardo sempre volto verso altre cose, altri problemi, altre categorie, sempre pronti a discutere del nulla purchè preveda tavoli di confronto, sempre pronti a comparire là dove si immagina ci siano voti da acquisire.

La periferia non muore, caro Pisapia. La periferia è viva e capace di pensare e di gridare. E meno male che c’è qualcuno che ascolta e la rende visibile e combattiva.

La periferia rappresenta la parte più vera di una città, quella che fatica, quella che oggi pretende giustizia sociale.

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