Milano 16 Ottobre – «Nella Carta di Milano non si sente la voce dei poveri del mondo, né di quelli del Nord né di quelli che vivono nel Sud del pianeta». Lo ha detto Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis durante la conferenza stampa che si è svolta oggi nelle sede di Caritas Ambrosiana sui limiti del documento che sarà presentato al segretario generale delle Nazioni Unite, Ban KI-moon, domani a Expo Milano 2015 nel corso della sua visita per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Secondo Caritas, il documento che sarà in questa circostanza simbolicamente consegnato al dibattito internazionale dopo la sua presentazione al Palazzo di Vetro lo scorso 26 settembre, manca di mordente e offre un approccio limitato per la risoluzione della fame nel mondo. La Carta di Milano, sulla base del tema di Milano Expo 2015 – Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita – chiede a tutti i cittadini del mondo, alle aziende e alle istituzioni che lo sottoscrivono di assumersi le proprie responsabilità nel garantire l’accesso al cibo per le generazioni del futuro.
Caritas sostiene che la Carta sarebbe stato un documento più efficace nel mobilitare il mondo contro la fame se avesse incluso un appello a mettere a fuoco i problemi che riguardano direttamente le persone che soffrono la fame, soprattutto nei paesi a basso reddito. Queste questioni includono ad esempio la speculazione finanziaria, l’accaparramento delle terre, la diffusione degli Ogm e la perdita di biodiversità. Papa Francesco ha messo in luce l’impatto del grande business, degli Ogm, dello spreco e del consumismo sulla fame nella sua enciclica “Laudato si’”, richiamando ogni persona sul pianeta a prendersi cura della Terra e ad assicurarsi che i suoi frutti siano destinati a tutti.
«Il cibo è un diritto umano fondamentale non garantito per milioni di persone – ha detto Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis-. Gli sforzi per risolvere il problema della fame nel mondo devono basarsi sulla volontà di aggiustare strutture economiche e sociali ingiuste. L’enciclica di Papa Francesco ci invita a cambiare il modello; la Carta di Milano no perché non sembra affrontare il ruolo fondamentale che la mancanza di giustizia svolge nel mantenere viva in molti paesi la fame. Riflette le vedute di paesi ricchi piuttosto che rappresentare i poveri del mondo».
«La Carta di Milano, riconoscendo il diritto al cibo come diritto fondamentale, ha avuto senza dubbio il merito di aver posto all’attenzione del dibattito pubblico il tema vero di Expo Milano 2015, la lotta alla fame, tema che la Chiesa stessa, con la sua partecipazione all’esposizione lungo tutto questo semestre ha ribadito con molteplici iniziative: l’opera di divulgazione nel Padiglione della Santa Sede e all’Edicola Caritas, i convegni, le iniziative speciali dal Refettorio Ambrosiano alla Mensa dei Popoli. Tuttavia la Carta è ancora un documento insufficiente. Benché siamo stati chiamati a partecipare alla sua stesura, dobbiamo constatare che il risultato non ha tenuto conto dei nostri suggerimenti, probabilmente per salvaguardare certi equilibri. Tuttavia la Carta è stato uno strumento utile a sensibilizzare i cittadini sul tema. Come strumento di lotta alla fame lo consideriamo un punto di partenza», ha detto Luciano Gualzetti, vicedirettore di Caritas Ambrosiana e vicecommissario del Padiglione della Santa Sede. (Omni Milano)
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