Milano 16 Ottobre – Due cose colpiscono nella vicenda Mantovani: privare della libertà una persona prima che subisca un processo, la perfidia della stampa che parla di tangenti nella sanità quando anche per l’ accusa non ci sono tangenti e le accuse vertono sull’edilizia scolastica.
È impressionante osservare che tanti criminali recidivi, veri pericoli per la nostra incolumità, sono lasciati a piede libero prima del processo, mentre il Vicepresidente della Lombardia deve subire una custodia cautelare per non inquinare prove su episodi accaduti anni fa: le accuse peraltro riguardano prestazioni professionali su immobili, che, come è noto, non possono fuggire né scomparire.
La nostra costituzione, sempre invocata, è molto chiara sulla carcerazione preventiva e sulla libertà personale negli articoli 13 e 14. Nella vicenda di Mario Mantovani e di un suo collaboratore si è chiesto un arresto assolutamente sproporzionato alle esigenze processuali. Non si schiaffano in galera le persone, con tutti i danni alla reputazione che ciò comporta, prima di sottoporle a un processo. Ma chi, con l’attuale squilibrio di poteri, tra politica e magistratura, potrebbe correggere eventuali errori di un magistrato?
L’altra considerazione riguarda il clima da regime in cui è caduta la nostra informazione. Ho letto di tutto sui giornali : tangenti, sistema, Regione corrotta. Ma i fatti contenuti nelle ordinanze di arresto sono diversi. Mantovani è accusato di aver brigato, da ex sottosegretario, mentre era in carica un diverso governo, per riabilitare un dirigente che si occupava di edilizia scolastica. E’ accusato di non aver pagato un architetto per prestazioni professionali su beni di sua proprietà, architetto con cui ha un lungo rapporto di amicizia, che ha ricevuto poi alcuni incarichi professionali nell’ambito del piano Scuola. Infine avrebbe sollecitato verifiche e controlli su un bando di gara per il trasporto dializzati che estrometteva dalla partecipazione il vecchio fornitore, una Onlus della sua zona che ha allertato tutti i politici che conosceva.
Perché queste sentenze già emesse dalla stampa? Perché questo giustizialismo a senso unico? Perché stampa e tv si accaniscono in Italia sulle forze di opposizione e non su chi governa il paese, pur senza essere stato eletto dai cittadini. Solo per fare un esempio, Renzi è stato accusato quando era Sindaco, di vivere in una casa messa a disposizione gratuitamente da un amico poi ricompensato con nomine. Eppure nessuno lo ha nemmeno indagato e pochissimi media ne hanno parlato.
Perché è in corso il più grande controllo dell’informazione da parte di un leader e di un partito dal fascismo in poi. Rai, Sky, la 7 i principali quotidiani nazionali e locali sono benevoli con Renzi e con il PD.
Questo rende ancora più necessario per coloro che si oppongono a questo regime essere forti nelle convinzioni, inattacabili nei comportamenti, coraggiosi nella battaglia politica. Ma è una battaglia di libertà e va combattuta fino alla fine.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.