Abbassare le tasse è di destra e giusto

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Milano 18 Ottobre – Nonostante quel che ne possa pensare Renzi nel mondo la Destra le tasse le abbassa. Anche in Italia, se è per quello. E’ il modo che ci frega, ma questo è un problema secondario. Il punto centrale è di tipo ideale. La destra nel mondo, la destra liberale almeno, crede che l’individuo vinca sullo stato. Questo è un punto centrale, insindacabile e fondante un’intera ideologia. Il liberismo. L’idea per cui, l’uomo sarà anche l’essere più malvagio del cosmo, ma lasciato libero riesce ad elevarsi al di sopra della palude da cui è sorto. Al contrario la Sinistra, nel mondo, oppone un modello in cui non l’uomo, ma la Comunità riesce ad elevarsi. Il punto fondante di questa divisione è proprio il modello. E le tasse sono il metro con cui si giudica il primato dell’individuo o della comunità. Tasse alte, scarsa possibilità di scelta su come allocare le risorse e grande enfasi sulle scelte comunitarie sono di sinistra. Di più. Sono socialiste. Ecco, su questo forse Renzi non ha del tutto torto. Qui siamo di fronte ad uno scontro tra Socialisti e Liberali, non tra destra e sinistra. Tutto interno al Pd, peraltro. Perchè il Centrodestra in questo momento è in una pausa catatonica dettata dall’analfabetismo economico di Salvini che sul tema non ha un’opinione chiara. Ha dei consiglieri che ne sanno quanto, se non meno di lui, ed ogni tanto rilanciano ricette a caso. Forza Italia dovrebbe risorgere furiosa per dire che tagliare le tasse non è giusto. È sacrosanto. Ma al momento preferisce giocare a chi è più garantista e regolare i conti del passato per dire qualcosa di sensato e dare una visione concorrente a quella di Renzi.

Lo spazio c’è, non facciamoci ingannare. Renzi non sta tagliando assolutamente nulla. L’unico modo, liberale, di tagliare le tasse è farlo in coerenza con il principio di individualità. Ovvero tagliando la spesa. Questa non è una scelta contabile, il puntiglio del ragioniere che deve chiudere i conti in attivo. No, questa è una scelta valoriale. Nessuno deve essere derubato per l’unico motivo che ha successo, mentre qualcun altro non ne ha. Dare a chi ha meno è una scelta individuale, prendere con la forza  chi produce per darlo ad altri è un’estorsione. Questo vale anche quando si prende alle generazioni future. Soprattutto in quel caso. Ma si sa, per la sinistra i bambini esistono solo quando fa loro comodo per cui via di deficit. Il deficit, per la cronaca, è il conto al ristornate che pagherà, aumentato di svariate volte, il bimbo di cui si festeggia il Battesimo e che solo un sadico lascerebbe non pagato. Ecco, tutta la manfrina delle tasse si gioca su questo grande equivoco. Renzi non le sta tagliando, le sta lasciando da pagare. Come i pranzi da Nino, ai tempi del comune (secondo il Fatto Quotidiano, almeno). Quindi usciamo dall’equivoco una volta per tutte. Renzi non è di destra. Non è manco liberale. Copia Silvio. Ma il Silvio peggiore. Quello che magari vinceva le battaglie, ma perdeva le rivoluzioni.

Bersani invece è il solito, amabile, rassicurante, oggi ed ancora come sempre, povero comunista. Perdente nella storia, perdente nell’anima, perdente nella società. Ma sempre molto signore. Lui i furti non li fa ai bambini l’estorsione delle tasse la vuole rigida, inflessibile e spietata solo ai padri. C’è quasi da ammirarlo. Poi arrivano gli F 24, muore il romanticismo e ripartono le raffiche di insulti. Buona notte, contribuenti. E buona fortuna.

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